Politica

Domani inizia il semestre bianco: cos'è (e cosa può succedere)

Da domani fino a febbraio il presidente Mattarella non potrà sciogliere le Camere per indire nuove elezioni. Ma sullo sfondo c'è l'arma finale

Il semestre bianco e quello scenario estremo: ecco cosa può accadere

Da domani, martedì 3 agosto, scatterà il semestre bianco: fino a febbraio non si potranno sciogliere le Camere per indire nuove elezioni. La finestra di un eventuale voto anticipato sarà rimandata dunque a inizio 2022, quando verrà incoronato il nuovo presidente della Repubblica. Ma cos'è il semestre bianco? Sulla carta è una mossa introdotta durante i lavori dell'Assemblea Costituente per evitare che il capo dello Stato possa usare il potere di scioglimento del Parlamento per garantirsi la rielezione. Dal punto di vista politico rappresenta l'argine per evitare una crisi di governo e contemporaneamente continuare ad alzare le tensioni tra i partiti di maggioranza. Ma attenzione: in realtà il presidente Sergio Mattarella ha ancora l'arma finale che potrebbe utilizzare nel caso più estremo.

Cosa succede nel semestre bianco?

In sostanza le varie formazioni politiche che sostengono l'esecutivo (in questo caso guidato da Mario Draghi) potranno tranquillamente stare a un gioco di veti incrociati, parole al veleno e minacce con la certezza che le Camera non potranno essere sciolte. Senza più la minaccia di nuove consultazioni a livello nazionale, i partiti si potranno sentire liberi di comporre nuove maggioranze a loro piacimento o di mettere a Palazzo Chigi un premier nuovo.

Va comunque fatta una precisazione: questa possibilità sarebbe stata interessante se al governo ci fosse ancora Giuseppe Conte, i cui rapporti con Matteo Renzi e Italia Viva non erano affatto stabili. Ora però alla guida dell'esecutivo c'è Draghi e va considerata una questione di assoluto rilievo: bisognerà rispettare requisiti e tempi per accedere ai soldi del Recovery Fund. Starà ora alle formazioni politiche decidere quale atteggiamento assumere in questi sei mesi di bolla.

Proprio ieri fonti della Lega hanno assicurato, in esclusiva a ilGiornale.it, che i toni si alzeranno inevitabilmente: "Gli attacchi tra i partiti aumenteranno con le prossime settimane considerando che ormai siamo praticamente entrati nel semestre bianco. Ce ne daremo di santa ragione".

L'arma finale nel semestre bianco

In questa direzione è bene notare che tuttavia esiste un'arma finale a cui il presidente della Repubblica potrebbe ricorrere qualora si verificasse lo scenario più estremo. Se le tensioni nella maggioranza si esacerbassero e la crisi diventasse di sistema senza rimedio, a Mattarella resterebbero solo due opzioni: mantenere il governo dimissionario in carica per l'ordinaria amministrazione oppure "minacciare" (e poi mettere in pratica) dimissioni anticipate. A quel punto, fa notare il Corriere della Sera, "lo scioglimento delle Camere dipenderebbe dal suo successore".

Negli ultimi mesi Mattarella aveva citato un passaggio di Antonio Segni, quarto capo dello Stato in Italia, in cui si sottolineava l'opportunità di introdurre in Costituzione la "non rieleggibilità" del presidente della Repubblica: "In quell'occasione Segni definiva 'il periodo di sette anni sufficiente a garantire una continuità nell'azione dello Stato'.

Inoltre, aggiungeva, 'la proposta modificazione vale anche ad eliminare qualunque, sia pure ingiusto, sospetto che qualche atto del Capo dello Stato sia compiuto al fine di favorirne la rielezione'".

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