La storia politica del senatore Gianfranco Rufa inizia tra i corridoi polverosi delle federazioni frusinati di Alleanza Nazionale. Poi, un percorso che il diretto interessato definisce naturale lo conduce alla Lega. L'avvicinamento coincide con l'esplosione targata Matteo Salvini.
L'esponente leghista non ha un soprannome particolare: un dato che lo fa "rosicare". Perché Rufa non disdegna le storie allegoriche. Un nomignolo significativo, insomma, gli sarebbe piaciuto. La cittadina in cui tutto ha avuto inizio è Veroli, in provincia di Frosinone: neppure ventimila abitanti, per un tradizione politica però di tutto rispetto. La stessa tradizione di cui ha fatto parte il padre del senatore: Mario Rufa è stato candidato per An al Senato ai tempi di Gianfranco Fini, oltre che eletto in consiglio provinciale. Era un'epoca in cui gli enti intermedi contavano eccome. Rufa senior è l'uomo a cui il leghista dice di dovere tutto. Il primo contatto del senatore con la politica, del resto, deriva dai comunicati scritti per il padre.
Il cursus honorum è quello tipico della militanza territoriale: l'esperienza più rilevante è una candidatura a sindaco per la città d'origine. "Diversamente Veroli" era una lista civica composta da persone riunitesi per abbattere le barriere architettoniche. Rufa, uomo di centrodestra, non è stato eletto sindaco, ma quella consiliatura gli è servita per prendere confidenza con gli scranni. Quelli più alti sarebbero arrivati poco dopo.
La candidatura al Senato, raccontano dal territorio, è arrivata un po'a sorpresa: non erano in molti ad ipotizzare che Matteo Salvini ed il suo gruppo dirigente scegliessero il verolano, che è stato dirottato in lista a Viterbo. Il politico ciociaro è stato così eletto in un'altra provincia laziale. Ma Frosinone - il senatore ci tiene a rivendicarlo - resta casa sua, quella dove ha vissuto, vivrà e - aggiunge - morirà e verrà sepolto. Circola persino una leggenda secondo cui a Rufa venne comunicata la candidatura all'ultimo secondo, mentre era intento in un pranzo viterbese, ma il senatore smentisce di netto questa ricostruzione: Salvini ha pescato dai curriculum, secondo criteri di competenza e radicamento.
Di battaglie portate avanti ce ne sarebbero tante, ma quella che ha fatto più scalpore dal punto di vista mediatico riguarda la riapertura delle case chiuse. Rufa è il primo firmatario di una proposta di legge che risale al 2019 e che ha trovato la ferma opposizione di certi ambienti. Quelli che da sempre si oppongono alla regolarizzazione della professione oggetto d'iniziative di quel tipo. "Chi si oppone è un bigotto - annota il senatore a IlGiornale.it. - . La questione non è materiale, bensì umana. Al termine del disegno di legge, propongo la registrazione di case tutelate e protette. Strutture che, peraltro, non sorgano in prossimità di scuole o di strutture abitative. Parlo di case controllate pure dal punto di vista sanitario, oltre che da quello della sicurezza e da quello della tassazione". L'abolizione della legge Merlin, però, ad oggi resta una chimera. Ma Rufa non sembra intenzionato a mollare.
Qualche anno fa, il leghista ha avuto un'interlocuzione sul tema con un ministro incaricato in Svezia: "Si parla tanto di "modello svedese" in merito al contrasto alla prostituzione, ma i dati dicono che, dopo quindici anni, il fenomeno non è affatto scomparso. Punire chi "usufruisce", mi passi il termine, non abbassa i livelli della prostituzione. E ora c'è anche il problema della prostituzione online. Poi c'è la questione davvero essenziale, che riguarda le ragazze: sono consapevole siano costrette ma, costrette per costrette, con le case chiuse si prostituirebbero in un luogo tutelato, evitando il sole cocente d'estate e la grandine d'inverno". I focus di Rufa in ambito parlamentare però oltrepassano questo argomento.
Durante un'iniziativa elettorale a Pescara, il senatore Rufa intasca il placet di Matteo Salvini per un'altra proposta: il 5x1000 destinato alle forze dell'ordine. Una battaglia in divenire che il parlamentare spera di portare a casa in breve tempo. In Senato, intanto, il disegno di legge è passato. Ora tocca alla Camera dare seguito. Al cosiddetto Terzo settore la novità non piacerebbe poi molto, ma Rufa rivendica di non influire sui limiti e di non avere intenzione di compromettere il quantum dei fondi destinati alla Medicina ed alla Ricerca. Con il viceministro Andrea Morelli, poi, il senatore leghista è impegnato ad evitare che le persone costrette a spostarsi fuori Regione o sulle autostrade per fini chemioterapici paghino il casello per i viaggi. Qualcosa sui cui - rivela - "voglio mettere la faccia".
Passando allo stato di salute della formazione leghista, l'esponente del Carroccio spende poche ma decise parole per circoscrivere le dimissioni dell'ex sottosegretario Claudio Durigon: "É un uomo vero che ha capito che dimettendosi sarebbe finito il massacro sulla sua persona e sul partito. Per me, è stato un signore. La Lega nel Lazio crescerà. L'unico problema che abbiamo, in termini organizzativi, è la gelosia che dimora nella nostra coalizione. Ma alla fine non avverrà la debacle che tutti si aspettano. Anzi, più di qualcuno avrà qualche sorpresa".
Capitolo passioni personali: Rufa non è un tifoso, ma ama il calcio e segue la Sampdoria, un po' per la bellezza della maglia ed un
po' per Gianluca Vialli e Roberto Mancini. Una passione, però, che precede l'anno dello scudetto. E le altre passioni? "Di musica è meglio che non parlo: sono un discotecaro, un ibizaro". Nel senso dell'isola, s'intende.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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