
"Il problema demografico è uno dei più drammatici e urgenti per il nostro Paese", ha affermato ieri il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti (in foto) durante la sua audizione di fronte alla Commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti economici e sociali derivanti dalla transizione demografica. "I numeri sono spietati. Intere aree del Paese si stanno svuotando, comunità intere stanno morendo. E questo ha un impatto diretto e crescente sui conti pubblici, a partire dal debito", ha aggiunto.
La settimana scorsa Bankitalia ha certificato un nuovo record per il debito pubblico, salito ad aprile a 3.063,5 miliardi di euro. Ecco spiegato, dunque, l'allarme del ministro. "Il nostro debito è un vincolo fortissimo che condiziona ogni scelta", ha evidenziato sottolineando che "è evidente che il cambiamento demografico con la denatalità, l'invecchiamento della popolazione e lo spopolamento di intere aree sta mettendo sotto pressione il sistema sanitario, previdenziale e assistenziale".
Giorgetti ha rimarcato come il fenomeno sia noto da tempo ma troppo spesso rimosso dal dibattito politico: "Siamo di fronte a un trend decennale che la politica ha ignorato. Non è mai stato affrontato con la priorità che merita, come se fosse qualcosa di inevitabile o di cui ci si potesse occupare in futuro. Ma i dati parlano chiaro", ha dichiarato.
Il ministro si è riferito agli scenari di previsione meno incoraggianti. "Nel Mezzogiorno, che pure è sempre stato il nostro bacino di nascite, la popolazione potrebbe calare di 3,4 milioni entro il 2050 e di 7,9 milioni entro il 2080. È un'emergenza silenziosa che va affrontata ora", ha detto puntualizzando che "se non si interviene in modo strutturale, questo fenomeno metterà a rischio la sostenibilità del nostro sistema Paese".
Pur nel quadro preoccupante, Giorgetti ha individuato anche un elemento paradossalmente favorevole. "Il Pil pro capite aumenta, anche grazie alla diminuzione della popolazione", ha rilevato asserendo che "questo può generare margini utili per politiche mirate". Tuttavia, ha riferito, "bisogna passare dalla logica del più a quella del meglio, dalla quantità alla qualità". Sulle prossime scelte di finanza pubblica, d'altronde, il ministro è stato trasparente in più occasioni. "Il vincolo rappresentato dal debito sarà determinante e la legge di Bilancio dovrà tenerne conto in ogni misura, anche in quelle che pure riteniamo prioritarie, come il taglio dell'Irpef per il ceto medio".
Un passaggio è stato dedicato anche all'emigrazione giovanile.
"Molti giovani formati in Italia scelgono di andarsene per lavorare all'estero o per motivi fiscali. È un Far West europeo che va gestito meglio, per evitare la polarizzazione tra Paesi più ricchi e meno ricchi", ha sintetizzato.