Senza politici, passaparola sul web: così sono nati i gruppi spontanei

Movimento «dal basso» che si oppone alle politiche del governo

Senza politici, passaparola sul web: così sono nati i gruppi spontanei

Parigi - Nato per contestare il rincaro del prezzo dei carburanti, il movimento dei «gilet gialli» si è mostrato incredibilmente eterogeneo. Cittadini provenienti da diversi ambienti e classi sociali intenti a promuovere operazioni-lumaca e blocchi stradali, volantinaggi e cartelli branditi davanti alle principali istituzioni. Le capacità organizzative hanno stupito i sociologi. Bruno Cautres, ricercatore al Cevipof, ieri ha parlato di una «forma di mobilitazione inedita e molto interessante dal punto di vista sociale». Restano però le incertezze sull'orientamento politico e sulla mancanza di leader. Tra i gilet si registra infatti una forte adesione a destra, con l'87% dei simpatizzanti del Rassemblement National di Marine Le Pen che sostiene la protesta. Ma anche a sinistra la partecipazione è stata importante, dato che il movimento è apprezzato dal 79% degli elettori socialisti (accodati alla protesta solo negli ultimi giorni) e dal 75% dei difensori della Francia Ribelle (fan della prima ora, ma senza il loro leader Mélenchon in strada). «Risveglio sociale o rivolta contadina recuperata dall'estrema destra?», si chiede Libération, che alla vigilia sottolineava i «contorni opachi» della protesta. Tutto comincia da una petizione online lanciata a metà ottobre da Priscillia Ludosky, 32enne del dipartimento della Seine-et-Marne. In parallelo viene annunciata la mobilitazione per il 17 novembre su una pagina Facebook gestita da Eric Drouet, un camionista senza tessere di partito. Le rivendicazioni riguardano il carburante, ma anche il costo dei pedaggi, i controlli e altre misure previste per gli automobilisti. Soprattutto, non hanno convinto le ripetute interviste di Macron, che ha provato a tamponare la rabbia crescente spiegando che bisogna «tassare di più ciò che inquina». A smentirlo è stata Ségolène Royal, ex ministro all'Ambiente, che ha accusato il governo di fare «ecologia punitiva, in preda a isteria fiscale». Macron ha promesso indennizzi, salvo poi ammettere in tv di non essere riuscito a riconciliare il Paese.

A nulla sembra valsa la promessa di 20 euro al mese per chi percorre almeno 30-40 chilometri al giorno per lavoro. La collera espressa inizialmente dagli automobilisti, dopo l'annuncio del governo sui rincari dei carburanti, ha oltrepassato le categorie mostrandosi più eterogenea di quanto non si pensasse.

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