
"Costruiremo altre 3.400 unità abitative per i coloni". È l'annuncio fatto ieri dal ministro delle Finanze israeliano dell'ultradestra, Bezalel Smotrich. Un progetto che, ha detto, "seppellirà l'idea di uno Stato palestinese". Il piano di insediamento sarà nella regione E1 della Cisgiordania, se ne parla da un ventennio e fu promosso ai tempi dal premier Ariel Sharon. È un'area all'interno del comune di Ma'ale Adumim, adiacente a Gerusalemme Est, copre una superficie di 12 chilometri quadrati e ospita numerose comunità beduine. L'idea è rimasta congelata per decenni a causa della opposizione della comunità internazionale, che teme che possa ostacolare la nascita di uno Stato palestinese. "Questo è il sionismo al suo meglio: costruire, insediare e rafforzare la nostra sovranità nella Terra d'Israele", ha tuonato Smotrich. Il ministro ha anche sottolineato: "Netanyahu mi appoggia in tutto ciò che riguarda Giudea e Samaria e mi sta permettendo di creare la rivoluzione". Smotrich ha spiegato che il progetto è una risposta ai tanti Paesi occidentali che hanno annunciato di riconoscere lo Stato palestinese. Il ministro ha ringraziato il presidente degli Stati Uniti Trump e l'ambasciatore Mike Huckabee per il loro supporto, e ha affermato che sono "uomini che non si lasciano confondere dall'ipocrisia dell'Occidente". Trump e Huckabee sono consapevoli che "uno stato palestinese metterebbe in pericolo l'esistenza di Israele" e che la Cisgiordania è "una parte inseparabile della nostra terra, quella che Dio ha promesso al nostro padre Abramo e ci ha donato migliaia di anni fa".
Sulla stessa linea è un'affermazione degli ultimi giorni di Netanyahu, che in un'intervista il premier ha detto di sentire un profondo legame con una "visione" della Terra Promessa biblica. Il termine "Grande Israele" si riferisce allo Stato ebraico con confini estesi, in linea con le descrizioni bibliche o storiche, e ha molte versioni, alcune delle quali includono parti degli attuali Giordania, Libano, Siria, Egitto, Iraq e Arabia Saudita e naturalmente Gerusalemme Est, Cisgiordania, Striscia di Gaza, Sinai e Alture del Golan. È ancora utilizzato da alcune figure di estrema destra in Israele che esprimono il desiderio di annettere o controllare molti di quei territori. Arabia Saudita, Qatar, Giordania e Lega Araba hanno criticato il commento di Netanyahu e hanno avvertito che minaccia la stabilità regionale e globale.
Intanto il capo del Mossad, Barnea, è a Doha. E Hamas avrebbe presentato all'Egitto proposte per un possibile cessate il fuoco che includono la richiesta di garanzie scritte sulla rinuncia di Israele alla presa di Gaza e sulla fine della guerra in modo permanente in cambio del ritiro dei propri combattenti e dell'impegno a mantenere gli ostaggi in vita. Secondo Al-Arabiya Hamas sarebbe disponibile ad una tregua di 48 ore, ma Israele l'avrebbe rifiutata.
A Gaza "le temperature stanno salendo sopra i 40 gradi,
peggiorando ulteriormente una situazione già disperata", ha denunciato l'Unrwa. Ieri altre 54 persone sono state uccise. Mentre gli Houthi hanno lanciato un missile balistico ipersonico verso l'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv.