MilanoUn appello, «quasi una supplica» ai compagni di viaggio di matrice centrodestra per riunirsi. Subito. In nome di una politica «virile» da contrapporre a un «renzismo troppo debole per affrontare i drammi economici e sociali che deve affrontare il Paese».
Senatore Mario Mauro (Popolari per l'Italia), qual è lo stato di salute del nostro Paese?
«Lo attendono condizioni molto difficili. E già a settembre».
Il premier Matteo Renzi dice di avere un'agenda per tutto questo. Compresa la riforma del mercato del lavoro.
«Renzi sbaglia perché si sta comportando come se le elezioni del 2013 le avesse vinte lui. E, invece, non le ha vinte nessuno. È un grave errore».
Cosa significa questo?
«Ha trasformato un governo di coalizione nel monocolore Pd».
Ma non ha più forza così?
«Questo atteggiamento mina quella credibilità internazionale di cui l'Italia ha oggi grande bisogno per riuscire ad approntare quegli strumenti economici che servono per la ripresa».
E quale sarebbe secondo lei la strada più giusta?
«Renzi ha un partner per le riforme che sta fuori dal governo».
Parla di Forza Italia?
«Certo. Ed è arrivato il momento di superare quella strada senza uscita dovuta alla decadenza di Silvio Berlusconi da senatore. Fi deve tornare ad assumersi responsabilità di governo».
Già oggi in tanti accusano Renzi e Berlusconi di inciuciare.
«Usciamo da logiche di tattica politica. All'Italia serve grande forza per far fronte ai problemi. Per questo mi spiace che Renzi abbia detto Bruxelles chi?».
Non gli è piaciuta la Commissione europea che accusa l'Italia di non avere una strategia.
«Renzi imparerà a sue spese che ambienti fondamentali per la tenuta del nostro debito pubblico sono parecchio sensibili».
Ma è Renzi che deve chiamare Berlusconi o Berlusconi che deve chiamare Renzi?
«Non è questione di tattica, il mio è un monito serio al loro senso di responsabilità. Per l'Italia».
Ma qualcuno si dovrà pur muovere per primo.
«Bisogna lavorare tutti. Sulla nostra strada c'è un macigno e non basta più una leva solo di sinistra, di destra o di centro».
Berlusconi è tornato a essere centrale nella vita politica.
«Vedo finalmente e per la prima volta un atteggiamento non pregiudiziale contro di lui. Come quando tutti si è collaborato all'elezione del presidente Giorgio Napolitano».
Oggi al governo a rappresentare il centrodestra c'è l'Ncd di Angelino Alfano. Non basta?
«Rendo onore ad Alfano, ma perché l'Italia ritorni sulla strada del buon governo, ora serve una grande alleanza che vada al di là di una coalizione troppo sbilanciata verso il Pd».
Su quale basi si costruisce?
«Per fare grandi riforme, a cominciare da quella del mercato del lavoro, l'Italia ha bisogno di idee liberali. E perché queste idee abbiano peso, servono tutte le forze che si riconoscono nel Partito popolare europeo».
Questo comporta la ricomposizione del centrodestra.
«E io credo che proprio il poter stare insieme al governo potrebbe agevolare la riaggregazione».
Quindi si ritorna al passato.
«La nostra storia ci ha segnato, ma adesso è inutile fare la conta dei torti e delle ragioni».
Le ferite sono profonde.
«Più importante è portare il Paese fuori dal guado. Con idee nuove che questo governo non è in grado di mettere in campo».
In questo nuovo centrodestra qual è il ruolo di Berlusconi?
«Il ruolo di Berlusconi è il ruolo di Forza Italia. Ovviamente».
Ma lei con Berlusconi in passato è stato molto critico.
«Le ultime vicende gli hanno dato più sensibilità verso la drammaticità delle condizioni in cui vivono persone, famiglie e imprese. Di qui il suo senso di responsabilità e la voglia di affrontare con concretezza i problemi del nostro Paese».
Il governatore della Bce Mario Draghi chiede ai Paesi una cessione di sovranità. È grave?
«Una cessione di sovranità è necessaria se veramente vogliamo gli Stati uniti d'Europa».
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