Serve una nuova Ue. Stop all'unanimità: un Paese non può bloccare il continente

Il presidente del Ppe e il capo della delegazione italiana disegnano la riforma europea: "Unione scossa. È ora dell'elezione diretta del numero uno della Commissione"

Serve una nuova Ue. Stop all'unanimità: un Paese non può bloccare il continente

L'invasione ingiustificata e barbara dell'Ucraina da parte della Federazione Russa è stato un campanello d'allarme per l'Europa. È compito di noi Popolari europei difendere il nostro stile di vita.

Per agire più rapidamente sulla scena globale, è tempo di abbandonare l'unanimità in Consiglio in particolare in politica estera. Un solo Paese non dovrebbe bloccare un intero continente.

Abbiamo bisogno di una vera politica di difesa comune e di una maggiore cooperazione militare europea all'interno della Nato. Servono soluzioni europee contro la guerra.

I cittadini ci chiedono una cybersicurezza più forte rafforzando il Centro Ue per la lotta alla criminalità informatica di Europol per sviluppare capacità comuni europee di cyberdifesa.

L'Europa deve proteggere le sue frontiere esterne e decidere chi accogliere, non devono farlo i trafficanti di esseri umani. Ecco perché le nostre guardie costiere e di frontiera vanno rafforzate.

Stiamo affrontando una pandemia, interruzioni nelle catene di approvvigionamento globali, prezzi dell'energia alle stelle, inflazione e la crescente minaccia del cambiamento climatico. Nonostante tutto questo, siamo riusciti a distribuire il vaccino anti Covid-19, sviluppato in tempi record e con immense possibilità per applicazioni future, e soprattutto è stato approvato il Recovery Plan. Questa è la dimostrazione che l'Europa della solidarietà esiste.

Ma il 9 maggio vogliamo parlare del futuro dell'Europa, che significa soprattutto parlare delle giovani generazioni.
Il rafforzamento dei programmi di scambio come Erasmus e DiscoverEU è una chiara priorità. Ma lasciare il proprio Paese dovrebbe essere una scelta, non l'unica opzione rimasta per chi non trova opportunità di realizzarsi a casa propria. Dobbiamo prevenire la fuga di cervelli finanziando di più e meglio la ricerca, favorendo, anche con agevolazioni fiscali e con accesso al credito agevolato, la nascita di giovani famiglie che desiderano acquistare o affittare un'abitazione.
Insomma dovremmo fare tutto ciò che è in nostro potere per sostenere le nuove generazioni. I nostri giovani hanno bisogno di posti di lavoro di qualità. Per questo, dobbiamo creare un ambiente imprenditoriale sano, in cui le nostre aziende possano prosperare.

Proponiamo di sottoporre a un controllo di competitività tutte le nuove norme comunitarie per verificare l'impatto sulle imprese. Dobbiamo anche concludere nuovi ambiziosi accordi commerciali e attuare pienamente quelli esistenti: dovremmo ampliare la nostra idea di mercato unico e istituire un mercato unico globale per il mondo libero.
Siamo convinti che il futuro dell'Europa debba essere, però, deciso dai cittadini. Ecco perché serve un sistema elettorale che permetta l'elezione diretta del Presidente della Commissione europea. Gli elettori dovranno scegliere fra liste guidate da leader candidati alla guida dell'esecutivo comunitario. Chi prende più voti sarà Presidente della Commissione.
Assieme all'elezione diretta del vertice Ue è indispensabile rafforzare la democrazia parlamentare. La Conferenza chiede il diritto di iniziativa legislativa, pieni poteri di bilancio e un diritto di indagine rafforzato per il Parlamento europeo.
Ma nessuna riforma porterà i risultati auspicati se le Istituzioni non saranno in grado di agire rapidamente per onorare gli impegni politici presi. In settori chiave, come la protezione delle frontiere, riteniamo che l'Ue debba poter decidere direttamente senza perdite di tempo in infinite discussioni a porte chiuse.

È chiaro che l'Europa deve intervenire quando le sue scelte rappresentano un valore aggiunto a quello dei singoli Paesi. Non vogliamo un Superstato, ma un'Europa più efficace al servizio dei cittadini. Anche per questo dobbiamo applicare e difendere il principio di sussidiarietà nel quale ci riconosciamo.

Abbiamo, dunque, bisogno di un efficace sistema di controllo delle competenze per capire ciò che deve fare l'Ue, ciò che devono fare gli Stati e ciò che devono fare le Regioni per tutelare gli interessi degli europei.
Per il gruppo del Ppe è chiaro: i risultati della Conferenza devono vedere la luce subito.

Il Ppe, con il pieno sostegno di Forza Italia, chiede una nuova Convenzione per riformare i Trattati.

Viviamo uno dei momenti più difficili della nostra storia. Noi popolari europei non ci tireremo indietro: come i nostri Padri fondatori dobbiamo essere audaci e coraggiosi per rendere l'Europa più forte.

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