La sfida del M5s a Elly: inguaiarla sul pacifismo. "Ora stop armi a Kiev"

I grillini incalzano la neo segretaria del Pd e chiedono che abbandoni la linea filo-Nato

La sfida del M5s a Elly: inguaiarla sul pacifismo. "Ora stop armi a Kiev"

Giuseppe Conte attende «alla prova dei fatti la svolta del Pd». Il presidente del M5s lo dice davanti a tutto il suo stato maggiore durante il Consiglio Nazionale convocato ieri a Via di Campo Marzio a Roma, sede nazionale dei pentastellati. La ripresa del dialogo con i dem, dunque, non è scontata. Anzi, è subordinata a una svolta del Nazareno sul tema della guerra in Ucraina. Eccoli, i «fatti» che Conte si aspetta dalla nuova segretaria Elly Schlein. Preoccupato da una competizione a sinistra con un Pd spostato su posizioni più progressiste, all'avvocato di Volturara Appula non resta che insistere sul filone pacifista per mettere in difficoltà i democratici. Con Schlein alla guida si è ridotto lo spazio per differenziarsi sui temi sociali. E allora l'unica carta nel mazzo dell'ex premier è il conflitto tra Mosca e Kiev.

Il piano del M5s è stanare il Pd in Parlamento alla prima occasione utile. I grillini hanno sempre pronto il colpo in canna di una mozione in cui si chiede di «far tacere le armi». Un tentativo per fare uscire allo scoperto i pacifisti all'interno dei dem e spaccare i competitors. Il blitz di Conte ha molte possibilità di riuscita, dato che al Nazareno non c'è unità sull'atteggiamento da tenere sulla guerra. Se la segreteria di Enrico Letta, con il suo atlantismo, ha tenuto a bada a fatica le spinte di chi vuole ridurre il supporto al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, con Schlein la musica potrebbe cambiare. Francesco Boccia, fedelissimo della deputata, ha già detto basta «allo strapotere degli Usa nella Nato». Arturo Scotto, coordinatore di Articolo Uno, eletto alla Camera con il Pd e sostenitore di Schlein, in un'intervista al Foglio ha esortato i compagni ad affrancarsi «dalla linea di Biden». Parole accolte con soddisfazione nel quartier generale dei grillini, dove si spera in una spaccatura sulla politica estera che magari porti i dem a una scissione tra riformisti e pro-Schlein. Con uno scenario del genere Conte potrebbe rivendicare il risultato di aver portato il Pd sulle sue posizioni, ribadendo la sua supremazia nei confronti del Nazareno.

«Mi confronterò con Schlein», annuncia il leader del M5s di fronte ai dirigenti stellati riuniti a Via di Campo Marzio. «Speriamo che la nuova leadership porti a una riorganizzazione del Pd», fa filtrare Conte. L'ex premier punta sempre a fare dei dem il suo socio di minoranza. E un'implosione del centrosinistra sulla guerra in Ucraina non può che giocare a suo favore. Infatti c'è da scommettere che Conte, quando vedrà Schlein, insisterà perché la segretaria prenda una posizione netta «per la pace e in favore di una ripresa dei negoziati» tra Mosca e Kiev. Una strategia con pochi rischi. Se la nuova leader dovesse continuare a traccheggiare per preservare l'unità del Pd, il capo del M5s potrebbe accusarla di cerchiobottismo. In caso contrario, rivendicherebbe di aver portato i dem sulla linea pacifista.

Sono da leggere in questo senso i consigli dispensati ieri da Conte. «Schlein avrà molto da fare, conosciamo bene le correnti del Pd, ci auguriamo di poter avere col nuovo vertice un dialogo sugli obiettivi concreti. Sapete benissimo quali sono», Ieri poi anche l'apertura alla legge sul salario minimo.

L'avvocato però dovrà fare i conti con i tanti parlamentari del suo partito che insistono per riavviare la collaborazione con i dem al più presto possibile. «Basta conflitti con il Pd», è la voce che arriva dagli eletti. No alla guerra sulla guerra. Ma Conte è sicuro di stanare Schlein.

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