Sfida Sanders-Buttigieg Biden con le ossa rotte. L'incognita è Bloomberg

Il senatore del Vermont è avanti di un soffio Ma gran parte dei voti è per l'ala moderata

Sfida Sanders-Buttigieg Biden con le ossa rotte. L'incognita è Bloomberg

New York È ancora duello tra Bernie Sanders e Pete Buttigieg nel secondo turno delle primarie per la conquista della nomination democratica di Usa 2020. E Joe Biden sembra già arrivato all'ultima spiaggia. Dopo il sostanziale pareggio in Iowa, il senatore socialista del Vermont si è aggiudicato di misura la vittoria in New Hampshire con il 25,8%, tallonato dall'ex sindaco di South Bend (Indiana), con il 24,5%. Entrambi sono usciti dalle urne rafforzati come frontrunner della corsa, incarnando le due anime del partito, quella radicale e quella moderata.

Sanders aveva il vantaggio di giocare quasi in casa nel piccolo stato del New England, dove nel 2016 superò di 22 punti la rivale Hillary Clinton. «Abbiamo appena vinto le primarie in New Hampshire - ha detto dopo il voto - Quello che abbiamo fatto insieme qui non è nulla di meno dell'inizio di una rivoluzione politica. Grazie a questo successo vinceremo anche le prossime». «Avete scelto una nuova era di sfide con una nuova generazione di leader», ha affermato da parte sua Buttigieg davanti ai sostenitori. Facendo poi appello anche agli indipendenti e ai «futuri ex repubblicani» per creare una coalizione «ampia, inclusiva», e attaccando Trump, «il presidente più divisivo della storia americana, che ha compromesso la credibilità degli Usa nel mondo».

La sorpresa della serata, però, è stata la senatrice moderata del Minnesota Amy Klobuchar, che si è piazzata terza con il 19,8%. La sua ascesa era stata preannunciata dai sondaggi, ma l'exploit è andato ben oltre le attese, riuscendo a porre un abisso tra lei e i due sconfitti della serata, Elizabeth Warren e Joe Biden. «Sono tornata e ho messo a segno il risultato - ha esultato - L'America merita un presidente resiliente come il suo popolo». Klobuchar è riuscita a capitalizzare l'ottima performance nel dibattito televisivo di venerdì scorso, e ora è lanciata verso i prossimi appuntamenti di Nevada e South Carolina, rispettivamente il 22 e 29 febbraio.

Delusione invece per Elizabeth Warren, quarta con il 9,2%, che ha perso il duello con il rivale progressista. La senatrice del Massachusetts tuttavia non ha gettato la spugna, sottolineando che «la nostra campagna è costruita per la lunga distanza e abbiamo appena cominciato». Sempre più difficile invece la posizione di Joe Biden, che si trova in una situazione di crisi profonda. Il candidato su cui ha puntato l'establishment dem è andato peggio del previsto, scivolando al quinto posto con solo l'8,4%. La sconfitta era nell'aria, tanto che l'ex vice presidente ha lasciato il New Hampshire diverse ore prima della chiusura delle urne per recarsi in South Carolina, stato su cui punta il tutto per tutto grazie a neri e ispanici. «La mia gara non è finita, la lotta alla presidenza Trump è appena cominciata», ha spiegato. «Senza il voto delle comunità afroamericana e ispanica non si va da nessuna parte. Ancora il 99% dei neri non ha potuto votare». Il vero pericolo per lui potrebbe arrivare tuttavia con il Super Tuesday del 3 marzo, quando scenderà in campo l'ex sindaco di New York Michael Bloomberg, la vera incognita di questa stagione elettorale in forte ascesa nei sondaggi anche grazie alla sua campagna di spot milionari.

Nel frattempo, tre candidati hanno annunciato il ritiro dalla sfida per la nomination democratica: l'imprenditore di origine asiatica Andrew Yang, il senatore del Colorado Michael Bennet, e l'ex governatore del Massachusetts Deval Patrick.

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