Lo sfogo social del sindaco di Trieste. "Basta, per questi non faccio più niente"

Dipiazza pubblica le immagini delle devastazioni: "Distruggono tutto"

Lo sfogo social del sindaco di Trieste. "Basta, per questi non faccio più niente"

Roberto Dipiazza, sindaco di Trieste, ha detto basta. Basta alla maleducazione e alla mancanza di rispetto dei migranti che, ospitati all'interno delle strutture messe a disposizione dalle istituzioni, distruggono arredi e suppellettili, lasciando disordine e sporcizia ovunque. Lo sfogo del sindaco via social è anche e soprattutto una risposta a tutti i buonisti dell'accoglienza incondizionata, che chiedono al Comune di trovare necessariamente un posto per le migliaia di migranti che dall'inizio dell'anno sono entrati in Italia dalla rotta balcanica e che bivaccano anche in pieno centro a Trieste e nei pressi della stazione.

«Dove li abbiamo messi hanno distrutto tutto», spiega il sindaco mostrando le foto del degrado causato dal comportamento incivile degli extracomunitari nel campo scout di Prosecco, sul Carso di Trieste. «Guardate le immagini per capire come questi si sono comportati», ha proseguito Dipiazza. Nelle immagini che scorrono nel video si vedono porte scardinate, sanitari sradicati e cumuli di immondizia: «C'era l'impianto antifumo e l'hanno distrutto, i servizi igienici Hanno distrutto tutto». Una situazione che il sindaco di Trieste non è più disposto ad accettare davanti al disprezzo mostrato dai migranti.

«Perché dobbiamo spendere i soldi dei cittadini italiani, perché dobbiamo dare soldi a questi che si comportano in questa maniera?», si chiede Roberto Dipiazza. Una domanda retorica, ovviamente, mirata a mettere in evidenza un'ingiustizia, considerando che vengono destinati all'accoglienza i soldi che potrebbero essere utilizzati per il welfare. «Perché devo andare a cercare altri posti per sistemarli se poi distruggono tutto?», prosegue con amarezza Dipiazza. Davanti a queste immagini, che sembrano un vero e proprio sfregio a una città come Trieste, che si è sempre dimostrata accogliente e solidale, il primo cittadino alza le mani. «A questo punto io non faccio nulla per loro», conclude il sindaco. Una presa di posizione forte ma necessaria se questo è il ringraziamento da parte di chi usufruisce dell'accoglienza finanziata con le tasse degli italiani.

Trieste e l'intero Friuli Venezia Giulia da mesi subiscono una fortissima pressione migratoria, che fino a quando non si è insediato il governo Meloni è stata quasi completamente ignorata dalle istituzioni di Roma. I sindacati di polizia, per voce delle centinaia di poliziotti impegnati in frontiera e in questura per gestire quotidianamente le pratiche burocratiche relative ai migranti, da tempo alzano la voce per chiedere aiuto, anche per i migranti e per garantire loro la dignità umana. «La questione rotta balcanica è emersa in tutta la sua portata dai rapporti di Agenzie internazionali.

Nel periodo gennaio-maggio la rotta più trafficata è stata quella dei Balcani con un incremento del 167% di ingressi che ha continuato e continua inesorabile giorno dopo giorno», spiega Fabrizio Maniago, segretario regionale per il Friuli Venezia Giulia del sindacato di polizia Siulp. Dall'inizio dell'anno a Trieste ci sono state 7mila richieste di asilo contro le 120 circa di dieci, quindici anni fa. Ma lo sforzo d'accoglienza, enorme, evidentemente non viene apprezzato dai fruitori.

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