Leggi il settimanale

Lo sfregio a Popper

Il lavoro di Popper critica i pilastri del pensiero totalitario e mette in guardia da chi spaccia l'idea che la storia dell'umanità abbia un destino già scritto

Lo sfregio a Popper
00:00 00:00

Così, dopo decenni, hanno scoperto Popper e lo citano come profeta, maestro di intolleranza contro gli intolleranti, filosofo che ti insegna giustamente a non dare quartiere ai fascisti. Ti ricordi prof quando parlare di Karl Raimund Popper davanti agli intellettuali di sinistra era una bestemmia? Dario Antiseri può essere contento della sua perseveranza. The Open Society and its Enemies per più di vent'anni in Italia era dannato. Qualcosa aveva scritto Norberto Bobbio, Ferdinando Di Fenizio pubblica La miseria dello storicismo e ne parla Bruno Leoni. Il resto è tabù. Antiseri ha uno scatolone con i no che ha ricevuto dai responsabili, autorevoli, delle case editrici. Tutti si ingarbugliavano per spiegare il rifiuto, senza avere il coraggio di dire la cosa più ovvia: non piace al partito. Il partito non era semplicemente il Pci. Era il conformismo intellettuale di chi non poteva accettare i nomi simbolo dei nemici della società aperta: Platone, Hegel e Marx. Il terzo su tutti. Il lavoro di Popper critica i pilastri del pensiero totalitario e mette in guardia da chi spaccia l'idea che la storia dell'umanità abbia un destino già scritto. Non si fida di chi possiede la verità e mette a tacere chiunque non la condivida. Non importa che siano verità ideologiche, filosofiche o scientifiche. "Ogni qualvolta una teoria ti sembra essere l'unica possibile, prendilo come un segno che non hai capito né la teoria né il problema che si intendeva risolvere". Ora tutti citano Popper per bastonare i fascisti e va bene.

Solo che chi dice, pontificando, "dovremmo rivendicare, nel nome della tolleranza, il diritto a non tollerare gli intolleranti" dimentica di essere della stessa pasta. Non sono amici della società aperta. Non sono libertari e democratici. Sono solo fascisti al contrario.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica