RomaRenzi cerca la promozione e punta tutto sulla scuola. Anche a costo di mettere in ombra il suo ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, esclusa da un summit ristretto sul tema. Qualcuno dice: il premier non ha gradito che il ministro abbia anticipato le intenzioni del governo già al meeting di Cl. Altri escludono che ci siano ruggini tra i due ma di fatto Renzi vuole che sia la «sua» riforma. Sono in arrivo le linee guida di palazzo Chigi che saranno esposte in conferenza stampa domani, dopo il cdm. Di certo, quindi, il premier vuole prendersi la scena per annunciare in pompa magna assunzioni, premi ai meritevoli, riduzione dei precari. Cerca il 10 e lode, Renzi, perché come ripete spesso «la sfida educativa è la mia priorità: tra dieci anni l'Italia non sarà come l'avranno fatta i funzionari degli uffici studi delle banche o i politici di Montecitorio; ma sarà come l'avranno fatta le maestre, i maestri, gli insegnanti».
Così, il premier si butta sui tre campi d'azione caldi e twitta: «Non male questo fine settimana: giustizia, sblocca Italia, nomine europee, poi scuola e #millegiorni #italiariparte #ciaovacanze». Sui contenuti, molto era uscito sui giornali con conseguenti reazioni. E ai suoi Renzi dice: «Lasciateli commentare bozze e indiscrezioni che non esistono; è il solito giochino per provare a fermare il cambiamento ma stavolta gli va male».
Poi c'è la giustizia e Renzi twitta : «Il nostro obiettivo è dimezzare entro #millegiorni arretrato del civile e garantire processo civile in primo grado in un anno, anziché tre come oggi». E ancora: «Oggi la giustizia si ferma dall'1 agosto al 15 settembre. Noi proponiamo il dimezzamento della chiusura estiva dei tribunali: solo 20 giorni». Ma la giustizia è un piatto che scotta: c'è in atto uno scontro con l'Ncd di Alfano e la sponda con Fi sembra impossibile. Tutti temi affrontati in serata con il Guardasigilli Andrea Orlando.
Ma quello che impensierisce il premier è il suo ministro dell'Economia. È da lì che arrivano le palle al piede che ne rallentano la corse. Il guardiano dei conti - anche se magari non Padoan in persona ma i suoi funzionari al ministero di via XX Settembre - continua a metterlo in guardia sulle coperture, sul rischio di sforare il 3%, sul rispetto dei patti presi in Europa per poi ottenere qualche sconto. Il nodo vero sta lì: i soldi non ci sono e il nome roboante dello «sblocca Italia» alla fine non smuoverà cifre colossali. La verità è che l'Europa ci chiede una rivoluzione nel mercato del lavoro prima di fare qualche sconto. Ma sul tema si rischia il terremoto nel Pd. Quindi Renzi affronta il nodo dei rapporti tra Stato e Regioni con Chiamparino e quello delle crisi aziendali con Landini: incontro durato 40 minuti per parlare di Ilva, Piombino, Termini Imerese e Terni. «Su molti di questi fronti di crisi - confesserà ai suoi - pur nella differenza dei ruoli parliamo la stessa lingua».
E sul rimpasto
in vista per sostituire alla Farnesina Federica Mogherini, il premier sbotta: «A pochi giorni dal vertice di Bruxelles? Suvvia, ci vuole un po' di serietà e low profile», riferito ai rumors che danno in pole Lapo Pistelli.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.