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Si complica il totonomine. E anche i ribelli M5S puntano a una poltrona

Ok di Idv: gli espulsi potranno usare il logo al Senato. E mirano a Vigilanza Rai e 007

Si complica il totonomine. E anche i ribelli M5S puntano a una poltrona

La partita su nomine, sottosegretari, vicepresidenza della Camera e commissioni, non si sblocca. Maggioranza e opposizione danno la caccia alle poltrone. I dissidenti ex grillini (espulsi dal Movimento dopo il no sul voto di fiducia al governo Draghi) battezzano la nascita del gruppo autonomo (ora solo una componente) alla Camera dei deputati con la richiesta di poltrone. Pino Cabras, ispiratore del nuovo gruppo, che si chiamerà l'Alternativa c'è, ammette: «Non solo Vigilanza Rai, vorremmo dire qualcosa anche su Copasir e Cassa depositi e prestiti». La neo formazione è pronta anche al Senato. A Palazzo Madama avrà il simbolo dell'Italia dei Valori: un escamotage confezionato da Grillo e Casaleggio con «l'amico» Di Pietro per provare a tenere ancorati i dissidenti. Al momento sono 6 le adesioni.

Le trattative per chiudere il puzzle sugli incarichi sono in stallo. Slitta l'elezione del vicepresidente della Camera dei deputati: poltrona rimasta vacante dopo la nomina di Mara Carfagna a ministro del Sud nell'esecutivo Draghi. Si cerca un'intesa. Con la nuova maggioranza la casella dovrebbe rimanere nelle mani di un esponente azzurro. Circolano i nomi di Simone Baldelli, Stefania Prestigiacomo e Annagrazia Calabria. Ma sulla vicepresidenza mette gli occhi la Lega. Gli espulsi dal Movimento puntano alle caselle che spettano alle opposizioni. A cominciare alla vicepresidenza di Montecitorio. Finendo con Copasir e Vigilanza Rai.

Le due commissioni dovrebbero andare all'unica forza di opposizione: Fratelli d'Italia. Ma la nascita del gruppo degli ex pentastellati rimescola le carte. Una partita che non si chiude. E che si incastra con il piatto forte della trattativa: la nomina dei sottosegretari. Il dossier è nelle mani di Roberto Garofoli, sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Il premier Draghi concede tempo fino a domani. Poi procederà con i decreti di nomina. È partito l'assalto al Mef: tutti i partiti vogliono sedersi al banchetto Recovery. L'idea è quella di nominare 4 sottosegretari: Laura Castelli (M5S), Antonio Misiani o Marianna Madia (Pd), Claudio Durigon (Lega) o Luigi Marattin (Italia Viva) e Gilberto Pichetto Fratin (Forza Italia). Altra poltrona contesa è il Viminale: Salvini vuole Nicola Molteni. Pd e Italia Viva mettono sul tavolo i nomi di Ettore Rosato e Matteo Mauri. Folla anche in via Arenula. Per il sottosegretario alla Giustizia Forza Italia suggerisce Paolo Sisto, Renzi chiede una poltrona per Lucia Annibali, i Cinque stelle calano il nome di Francesca Businarolo. In quota Lega potrebbero entrare Stefano Candiani (Agricoltura), Lucia Borgonzoni (Affari regionali o Salute) e Giulia Buongiorno (Pubblica amministrazione). Per il partito di Berlusconi scaldano i motori Maria Rizzotti (Salute), Giuseppe Moles (Difesa o Interno), Francesco Battistoni (Agricoltura), Alessandra Gallone (Ambiente), Andrea Paroli e Dario Damiani. In corsa per gli Esteri il deputato Valentino Valentini. Come sottosegretario al Mezzogiorno è in pole la grillina Gilda Sportiello. Per il Mise c'è il senatore campano (area Di Maio) Agostino Santillo. Infine alla Transizione ecologica il favorito è Luca Carabetta.

Partita che sarà chiusa, con ogni probabilità, dopo la direzione del Pd.

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