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Si dice dignità, si legge umanità

Mattarella nel suo discorso ha toccato tutti i temi sensibili del momento, dall'economia alla sanità, al ruolo del Parlamento ed ha ringraziato le istituzioni dello Stato.

Si dice dignità, si legge umanità

La dignitas è la base dell'humanitas. Così spiega il filosofo latino Seneca a Lucilio, governatore della Sicilia, a cui dedica 124 lettere dove sono trattati i temi fondamentali dell'educazione morale. Mattarella come Seneca? Ho contato che nel suo discorso di insediamento la parola «dignità» è stata ripetuta 18 volte, ma la cosa interessante non è soltanto il numero, pur considerevole, in cui è pronunciata la parola, ma l'ordine concettuale in cui è inserita nel discorso e la struttura sintattica con cui la parola dignità costruisce le singole frasi dove essa appare.

La dignità è una qualità morale con la quale la persona chiede rispetto per sé e, a sua volta, rispetta gli altri. Essa ha una relazione determinante con il concetto espresso dal verbo rispettare. Questa relazione è il fondamento dell'humanitas.

Mattarella nel suo discorso ha toccato tutti i temi sensibili del momento, dall'economia alla sanità, al ruolo del Parlamento e della politica, alla scuola e agli studenti, ha salutato e ringraziato le istituzioni dello Stato... E poteva finire qui, non avendo trascurato niente e nessuno. E invece no. Come se si fosse accorto che mancava l'architrave al suo discorso, ecco lo scarto filosofico, profondamente etico.

Possiamo anche essere d'accordo su tutto quello che ho affermato - sembra dirci Mattarella - ma nulla resta vero se non si comprende «la dimensione della dignità; c'è un significato etico e culturale che riguarda il valore delle persone e chiama in causa l'intera società. La dignità». E così il suo discorso, finora imperniato in una burocratica attenzione alle componenti del Paese e alle sue problematiche, prende il volo. Con una sintesi sferzante, degna di un grande moralista della scuola stoica, attacca l'immoralità di una società che trascura la dignità verso se stessa, ignorando i bisogni e le fragilità di chi fa parte di questa stessa società.

Allora si potranno prendere in una considerazione politica, amministrativa, giuridica i problemi relativi alle morti sul lavoro, al razzismo e all'antisemitismo, alla violenza sulle donne, alle migrazioni, alla tratta e alla schiavitù degli esseri umani, al diritto allo studio, al rispetto degli anziani, al contrasto della povertà, all'obbligo dell'ignobile scelta tra lavoro e maternità, alle carceri sovraffollate, al rispetto delle disabilità, al contrasto di mafia e criminalità, alla necessità di un'informazione libera.

Dunque, si potrà prendere in considerazione tutto ciò (ho citato tutte le declinazioni dei problemi sollevati da Mattarella in cui appare la parola dignità), ma se non si comprende che la loro esistenza rappresenta un vulnus alla dignità della società e del singolo cittadino, tali problemi non verranno mai risolti e resteranno una ferita sanguinosa al senso di humanitas di una civiltà.

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