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Si fermano treni e aerei: lo sciopero scassa-vacanze

Tra caldo torrido ed esodo programmato nel week-end a rischio 2 convogli su 3 e un milione di spostamenti

Si fermano treni e aerei: lo sciopero scassa-vacanze

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Uno sciopero che rischia di compromettere in modo serio un segmento di vacanze estive. La combinazione tra lo stop di Trenitalia e Italo (dalle 3 di notte di domani alle 2 di notte di venerdì) e il blocco degli aerei (8 ore di sciopero del personale di terra per sabato 15 luglio, più la mobilitazione dei piloti di Ryanair) è, almeno in potenza, un impedimento naturale per tanti spostamenti già previsti. Con molti italiani costretti a rivedere i loro programmi, e magari a rimetterci più di qualche soldino tra biglietti da cambiare e prenotazioni da modificare o persino disdire. A questo possono essere aggiunti il caldo torrido (il meteo prevede picchi di 40 gradi un po' su tutto il territorio nazionale) e un elemento di contorno: il «file» sulle fasce garantite, almeno per i treni, non sembra proprio di facile consultazione. In questo periodo di possibile ristrettezza dovuta all'inflazione, poi, sono molti gli italiani che utilizzano i fine-settimana come «vacanze». Le statistiche parlano di un 40% di persone che rinunceranno a periodi lunghi fuori di casa. E parecchi sono anche gli italiani costretti per lavoro al pendolarismo (un milione). Per tutti questi motivi, i prossimi tre giorni rischiano di trasformarsi in un vero e proprio incubo logistico-organizzativo. Ed esiste, non di secondo piano, il tema delle difficoltà di movimento per i turisti, con tutto quello che comporta per le casse dei privati e dello Stato.

«Servono almeno 1.500 nuove assunzioni - dichiara a Il Giornale Ezio Favetta, segretario nazionale dell'Ugl Ferrovieri - per coprire le esigenze produttive di Trenitalia, che ad oggi vengono coperte con un numero esagerato di straordinari, negazione di ferie, pause pranzo per macchinisti e capotreno al limite della vivibilità. Ma lo sciopero - aggiunge - è stato dichiarato con l'intento di essere convocati e trovare una soluzione, tanto è vero tra la dichiarazione e lo sciopero sono passati più di 20 giorni, dove Trenitalia non ha mai convocato i sindacati per cercare una soluzione per evitare lo sciopero». Fin qui le motivazioni sindacali. Poi ci sono quelle di chi stava preparando le valigie per qualche giorno di riposo. Tra chi invoca una risposta reaganiana e chi si rassegna al cambiamento dei piani, gli utenti interessati dallo sciopero reagiscono come possono. Comunque, le fasce garantite per i treni regionali sono 6-9 e 18-21, mentre per i treni di lunga percorrenza esiste un elenco sui siti delle aziende interessate. Capitolo aerei: oltre al personale di terra (Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl), lo sciopero interesserà alcune specifiche compagnie di volo. Dalle 12 alle 16 di sabato, infatti, saranno a terra anche i piloti di Ryanair. Plausibile, pure in relazione a questa circostanza, una mescolanza di disagi. Il ministero dei Trasporti, rispetto ai treni, calcola che passeranno solo 1800 convogli rispetto ai quasi 6mila che sarebbero attesi. Francesco Alfonso, segretario nazionale del trasporto aereo dell'Ugl, rimarca la necessità di trovare un accordo quadro per un contratto che aspetta di essere rinnovato da prima del Covid. La Cgil insiste, cercando di politicizzare uno sciopero che politico non è. L'iniziativa è unitaria: convocata da tutti i sindacati. Ma è evidente come ci sia chi, da sinistra, attribuisca ritardi a chi in questi sei anni non ha affatto governato. Il tam-tam corre pure via social, con utenti che si augurano «buona fortuna» in vista di una tre giorni che può bloccare tutto il Paese e non solo. Un fattore ancora: i fine settimana di luglio, come qualunque previsione può testimoniare, sono sempre segnalati per via dell'aumento del traffico autostradale. Traffico che, con i treni piantati e gli aerei fermi, non farà che aumentare. Lo scorso fine settimana è stato un esodo.

Il prossimo assomiglia a una Odissea.

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