Si schianta l'aereo dei turisti: 100 morti

Il Boeing 737 è precipitato subito dopo il decollo da L'Avana. Era diretto a Holguin

Paolo Manzo

San Paolo Era appena scoccato mezzogiorno ieri all'Avana quando, improvvisamente un'esplosione ha fatto sobbalzare i funzionari dell'aeroporto internazionale José Martí della capitale. Sullo sfondo, la carcassa di un Boing 737 avvolto da un'immensa fumata nera e da fiamme altissime: era appena partito alla volta di Holguín, città della Cuba occidentale celebre per il turismo e l'accoglienza della sua gente. A bordo dell'aeronave, affittata dalla compagnia aerea statale Cubana de Aviación tramite l'operatore turistico Cubatur ma di proprietà della minuscola e semisconosciuta compagnia messicana Aerolineas Damohj con sopra la plancia il marchio Global Air, 107 passeggeri, quasi tutti turisti ma la cui nazionalità, al momento in cui andiamo in stampa, non è ancora stata ufficializzata dalle autorità cubane. La Farnesina si è immediatamente attivata ma, sicuramente, molti dovevano essere i messicani a bordo, mentre la sola altra certezza è che appena tre dei 107 passeggeri sono stati sinora estratti vivi dalla carcassa in fiamme del velivolo dai pompieri immediatamente accorsi sul luogo della tragedia.

A testimonianza della gravità di una tragedia del genere per Cuba, che proprio sul turismo punta al massimo oltre che sull'export di servizi medico-sanitari per incassare i dollari di cui ha bisogno per far crescere la propria economia, il fatto che subito, quasi insieme ai pompieri, sul posto sia arrivato il neopresidente Miguel Díaz-Canel, duramente colpito dalla gravità della situazione.

Un disastro senza apparentemente un perché - guasto tecnico o errore umano lo sapremo forse solo tra mesi, quando saranno analizzate le scatole nere - oltre cento famiglie in lutto ed un mercato, quello del turismo, che a Cuba continua a crescere a ritmi superiori forse alle strutture, sicuramente a quelle del trasporto aereo per stessa ammissione delle autorità della perla dei Caraibi .

Inizialmente era circolata la voce che l'aereo, affittato da Cubana de Aviación, appartenesse all'italiana Blue Panorama, molto attiva sull'isola da diversi anni ed anche premiata da Sant'Egidio per il sostegno dato ai giovani cubani avendo messo a disposizione i propri aerei ed aver contribuito all'acquisto di una sede della Comunità nella zona orientale di Cuba, la Casa de paz y dialogo attiva dal 2013 proprio ad Holguín, la meta del volo mai arrivato ieri. Una voce immediatamente smentita tramite comunicato dalla compagnia privata con sede a Roma Fiumicino, ancor prima che le autorità cubane confermassero la proprietà della messicana Damohj, a cui appartiene la semi-sconosciuta Global Air.

Attivati gli ospedali della capitale per soccorrere i pochi sopravvissuti, gravemente ustionati, mentre il governo cubano ha messo a disposizione un numero di telefono, il 76497233, per i parenti dei passeggeri che, ieri, avevano scelto proprio quel volo per raggiungere Holguín. Appena mezz'ora di volo, con in mente le acque cristalline di un mare, quello cubano, ancora preservato come sessant'anni fa, vista la scarsa industrializzazione dell'isola dopo la Rivoluzione dei barbudos. Mezz'ora dalla felicità per quei 107 passeggeri, quasi tutti turisti che da anni sognavano questa vacanza e, invece, sono stati vittime di un destino crudele che li ha fatti precipitale a pochi metri dal decollo dalla pista dell'aeroporto internazionale José Martí, a pochi metri dalla località di Santiago de Las Vegas.

I lavori

dei pompieri, mentre andiamo in stampa, continuano incessanti e le parole del presidente Diaz-Canel «i morti saranno tantissimi» non facevano che aumentare il dramma dei parenti di chi era su quel maledetto Boing 737-200.

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