New York - Nel 2008 si è presentato agli americani come l'uomo del cambiamento, conquistando gli elettori e diventando il primo afroamericano eletto alla Casa Bianca. Ora, quando manca meno di un anno al termine del suo secondo mandato, Barack Obama torna a cavalcare i concetti di «change» e «hope», mettendoli al centro del suo ultimo discorso sullo Stato dell'Unione. Il Commander in Chief, davanti alla sessione plenaria del Congresso, invita a non cedere alle tentazioni che questo periodo storico cela come la deriva verso la discriminazione e la paura. Un discorso epocale perché stavolta il presidente Usa non presenta la ricetta di proposte legislative da sottoporre a Capitol Hill nel 2016, ma parla della sua visione del Paese nel prossimo futuro, contestualizzando il suo operato in un quadro di «cambiamenti straordinari».
Nella sala di Capitol Hill ci sono alcuni simboli di quelle battaglie che rappresentano la sua eredità: un rifugiato siriano, un ex immigrato clandestino, la persona a cui si deve la svolta sulla legalizzazione delle nozze gay, una veterana del Vietnam rimasta senza casa. E c'è anche una sedia vuota per ricordare le vittime delle armi da fuoco, la piaga dell'America su cui Obama fa una promessa: finché sarà alla Casa Bianca, si batterà ricorrendo a tutti i poteri che la legge gli attribuisce. Ma anche il «Moonshot» per la lotta contro il cancro, una sfida epocale a cui ha deciso di mettere alla guida il vicepresidente Joe Biden, che ha perso il figlio a soli 46 anni per un tumore al cervello. Un segno questo di continuità con Hillary Clinton, che ha promosso iniziative simili per Alzheimer e autismo, e che sembra un passaggio di testimone.
Obama rivendica i suoi successi e bolla come «venditori di fumo» chi descrive l'America come un Paese in declino. «Gli Stati Uniti sono il paese più potente al mondo. Punto» e non c'è alcuna minaccia all'esistenza degli Stati Uniti nonostante la complessità della lotta all'Isis e al terrorismo.
Poi ricorda le parole di Papa Francesco davanti al Congresso lo scorso settembre: «Imitare l'odio e la violenza dei tiranni e degli assassini è il modo migliore per prendere il loro posto. Quando i politici insultano i musulmani questo non ci rende più sicuri». Una citazione che ha tutta l'aria di essere un attacco indiretto a Donald Trump e alla sua proposta di vietare l'ingresso dei musulmani negli Usa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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