Sicilia e Sardegna: è invasione di migranti

Sono 373 i superstiti del naufragio di mercoledì avvenuto a 15 miglia dalle coste libiche, costato la vita a centinaia di persone. Ieri i sopravvissuti, tra cui 24 donne e 13 minori, sono approdati al porto di Palermo a bordo della nave della Marina irlandese «Le Niamh» che per prima era giunta nell'area indicata alla Guardia costiera dopo l'Sos lanciato con un satellitare dal peschereccio in ferro su cui viaggiavano stipati tra i 600 e i 700 migranti. I restanti sei immigrati strappati alle acque dai soccorritori necessitavano di cure. Sono stati, quindi, trasportati in elisoccorso in ospedale. A Palermo sono state portate anche le 25 salme recuperate.

Non sono ancora terminate, invece, le ricerche in mare di altri eventuali superstiti o di altri cadaveri, molti dei quali ricoprono ormai il fondo del Mediterraneo.

«È un inferno. Un vero caos» - racconta un soccorritore. Tra decine gli interventi di salvataggio di ieri, anche il recupero di altri 398 migranti che si trovavano su un barcone affondato subito dopo che erano stati trasbordati su una nave soccoritrice.

L'ondata di partenze verso l'Italia sta imponendo una modifica riguardo alla distribuzione degli arrivi. Almeno 94 andranno probabilmente al porto di Augusta. Sono stati soccorsi mercoledì poco prima del naufragio, in un intervento operato dalla nave Dignity One, di Medici senza frontiere che, con Le Niamh, è stata dirottata dalla Guardia costiera nell'area in cui, avvistati i soccorsi, gli immigrati si sono spostati tutti dal lato delle navi che dovevano recuperarli, facendo ribaltare il peschereccio.

A Cagliari, intanto, ieri è proseguita la protesta dei migranti eritrei che chiedono di lasciare l'isola. E nel frattempo ecco sbarcare a Sant'Antioco e Teulada 15 nordafricani. Erano a bordo di due barchini. Uno è stato trovato. Il secondo sarebbe stato avvistato da una motovedetta. Cinque migranti sono stati intercettati dai carabinieri a Sant'Antioco, gli altri dieci vicino alle saline di Teulada.

Ieri, è stato arrestato a Reggio Calabria lo scafista tunisino, al comando di un

barcone con 386 profughi approdati il 3 agosto. L'attività della polizia giudiziaria prosegue a ritmo serrato, visto che gli sbarchi non conoscono sosta. Pure la macchina dell'accoglienza è sottoposta a sforzi non indifferenti.

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