Ottanta italiani tornati a casa. Per loro l'incubo è finito quando sono saliti su un volo EasyJet e si sono lasciati alle spalle l'Egitto. La compagnia aerea, dopo lo schianto del veivolo della Metrojet nella penisola del Sinai, giovedì aveva sospeso i collegamenti, seguendo le indicazioni del Governo britannico. Pertanto le operazioni di queste ore prevedono soltanto il recupero dei passeggeri originariamente prenotati da Sharm El Sheik per gli aeroporti di Londra, Manchester e Milano. Il numero dei nostri connazionali in attesa di rientrare dal Mar Rosso, si sta esaurendo velocemente, mentre sono già 23mila i russi rimpatriati.
Quelle zone ora fanno paura. Adusbef e Federconsumatori hanno chiesto alla Farnesina di diffondere uno «sconsiglio», in modo da favorire le disdette per i turisti che non vogliono più partire per Sharm e dintorni. «Sono molti i cittadini che si recano presso i nostri sportelli per chiedere se e in che modo possono rinunciare al viaggio in Egitto - spiegano le due associazioni - attualmente non esiste uno sconsiglio della Farnesina, quindi chi decide di non partire o di rientrare in anticipo lo fa a proprio rischio, con il pericolo di perdere quanto anticipato o pagato». Eppure sono British Airwais, Easyjet, Lufthansa, Germanwings e Edelweiss hanno già sospeso i voli.
«Le nostre compagnie nazionali, invece, per ora volano - dicono i paladini dei consumatori -. La Farnesina ha confermato che non sono stati interrotti, consigliando, però, ai turisti di consultare il sito Viaggiare sicuri e di tenersi informati attraverso i tour operator per eventuali disagi. L'Ente nazionale per l'aviazione civile, a sua volta, ha disposto che le compagnie nazionali che portano a Sharm El Sheikh compiano per proprio conto controlli di sicurezza aggiuntivi rispetto a quelli normalmente eseguiti presso l'aeroporto di Sharm».
Ma per Federconsumatori e Adusbef si tratta di misure insufficienti. «Chi parte per un viaggio, magari costato molti sacrifici, ha il diritto di godersi il soggiorno - spiegano Adusbef e Federconsumatori - consigliamo a chi deve partire per queste località di rivolgersi alle nostre sedi che verificheranno se ci siano le possibilità di chiedere il recesso dal pacchetto turistico ovvero la restituzione di quanto versato».
Oltre cento delle 224 vittime sono state identificate già, mentre i resti delle altre sono stati portati su voli di Stato a San Pietroburgo, dove continuano le operazioni di riconoscimento nell'obitorio di Corso Shafirovski. La Gran Bretagna ha fornito alla Russia «alcuni dati» sulla sciagura e proprio questi potrebbero aver influenzato la decisione di Mosca di sospendere i voli dall'Egitto. Ma sulle cause della tragedia i russi glissano, al contrario di Gran Bretagna e Usa che parlano chiaramente di terrorismo. La bomba piazzata a bordo del volo ormai più che un'ipotesi è una certezza. Da Dubai funzionari dell'Airbus si dicono «certi della sicurezza degli aerei A321», incluso quello che si è schiantato in Egitto e la parola d'ordine ora è sicurezza. Le cancellerie occidentali hanno già chiesto più stretti controlli negli scali egiziani, inviando dei tecnici sul posto. Ma sulle falle allo scalo di Sharm il Cairo non si difende anzi contrattacca.
Anche se ormai ammette che si è trattato quasi sicuramente di un ordigno, il governo egiziano precisa: «L'Egitto è capace di gestire i propri aeroporti e coopera con i suoi partner nell'ambito della propria sovranità nazionale - ha affermato il ministro degli Esteri Sameh Shoukry - e non ha bisogno di tutele o di supervisioni da parte di chiunque altro».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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