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"Sicurezza, Pd e M5s hanno sbagliato"

Il sottosegretario Molteni rimpiange i Dl Salvini: "Frenavano le richieste d'asilo"

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Forse poteva «accadere ovunque», come dice il ministro dell'Interno. Magari non si tratterà terrorismo. Sarà pur vero che il somalo che ha seminato il panico a Rimini era «una persona disturbata». Fatto sta che l'accoltellamento di sabato scorso, con cinque persone ferite tra cui un bimbo, per il sottosegretario all'Interno Nicola Molteni non è frutto del caso: piuttosto l'effetto delle politiche messe in campo dal governo Conte 2, con la Lamorgese al Viminale. «L'immigrazione va gestita - dice - oppure la subisci e vieni travolto da questi episodi».

Sottosegretario, poteva davvero «capitare ovunque»?

«In realtà la prima domanda che dobbiamo porci è: da dove è entrato il migrante? Se dal 2015 ad oggi è passato da Svezia, Danimarca, Austria, Germania e Svizzera, dobbiamo capire com'è approdato in Italia». E poi, visto che aveva già presentato domanda di asilo altrove, per quale motivo non è stata avviata una procedura accelerata per la sua richiesta di accoglienza?»

La Croce Rossa aveva pure segnalato Somane Duula alla prefettura per «comportamenti aggressivi».

«E allora mi chiedo: se era ritenuto pericoloso, perché era libero di circolare liberamente?»

Lei ha detto che «aver cancellato i decreti Salvini fu un clamoroso errore». Cosa c'entra con Rimini?

«I dl Sicurezza davano una stretta alle richieste di asilo e io li rivendico. Pd e M5S, smantellandoli, hanno prodotto una massa di marginalizzati spesso protagonisti di atti criminali o di allarme sociale come quello di Rimini».

Per Salvini con i dl Sicurezza Duula avrebbe rischiato l'espulsione in tempi rapidi. Accadrà?

«La domanda di asilo va bocciata. Non ci sono dubbi: deve essere rimpatriato. Questa era la logica dei dl Salvini».

Adesso, invece?

«Il punto è che il principio va applicato. Quindi mi auguro che con un soggetto che muove violenza su un bimbo di 5 anni non saremo accoglienti».

Come è cambiata la politica migratoria in questi anni?

«È stata allargata la platea di soggetti beneficiari di protezione internazionale, ridotta la capacità di diniego e quindi di espulsione o rimpatrio. Il Conte 2 ha allargato le maglie dell'accoglienza, facendo un regalo all'immigrazione illegale».

In che senso?

«Molto dipende dal tipo di politiche che un Paese mette in campo. Conta il messaggio che mandi all'altra parte del mondo: se fai passare l'idea di operare accoglienza indiscriminata poi si sviluppa un effetto calamita. Per questo gli stranieri vengono in Italia e non vanno altrove. Non rendersi conto che l'immigrazione incontrollata è un problema significa non vedere la realtà».

L'approccio di Lamorgese è un incentivo all'immigrazione?

«I nostri dl Sicurezza sono stati un deterrente, tanto da riportare il fenomeno migratorio ad una situazione di normalità: avevamo limitato gli sbarchi, ridotto le partenze, i morti e pure i costi di accoglienza. Aver cancellato quella parte del decreti Salvini ha prodotto i numeri che vediamo oggi: se nel 2019 contavamo solo 5mila sbarchi e ora siamo a 41mila vuol dire che qualcosa non funziona».

Salvini chiede le dimissioni di Lamorgese. È difficile lavorare al Viminale cercando di mantenere questi equilibri politici?

«Oggi è sicuramente più complicato, ma se ci siamo assunti la responsabilità di entrare nel governo è giusto che la Lega ponga dei temi: l'immigrazione oggi è un'emergenza ed è doveroso che il governo se ne occupi».

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