Afghanistan in fiamme

Via da Sigonella, afghani verso gli Usa

La base usata come luogo di transito. No all'uso dell'ex Cara di Mineo

Via da Sigonella, afghani verso gli Usa

Dall'inferno di Kabul in Sicilia, presso la base militare di Sigonella, a Catania, usata dagli americani come luogo di transito per gli sfollati afghani da portare negli Stati Uniti. Qualche giorno di adattamento, poi di nuovo in volo verso la destinazione finale. Sabato sera sono partiti i primi aerei con a bordo statunitensi e afghani strappati da una vita senza futuro e diretti a Philadelphia e all'aeroporto Dulles di Washington.

«L'inizio di un nuovo capitolo nella vita di chi ha subito così tante difficoltà», commenta Thomas Smitham, incaricato d'affari presso l'Ambasciata degli Stati Uniti a Roma. È parte dell'operazione Allies Refuge - la missione del Dipartimento di Stato americano per l'evacuazione di cittadini americani, dei richiedenti del visto speciale di immigrazione e di altri afghani vulnerabili nel modo più rapido e sicuro possibile - che finora ha consentito di mettere in salvo oltre 100mila persone e le loro famiglie su voli militari Usa e della coalizione. Dei profughi si sono presi cura gli uomini della base navale di Sigonella dopo che il governo italiano aveva negato agli Usa l'utilizzo dell'ex Cara di Mineo, la struttura di accoglienza per richiedenti asilo sorta nel 2011 proprio nelle residenze delle famiglie dei militari americani - negli anni al centro di diverse inchieste - poi chiuso dalla Lega nel 2019. «Il personale della Nas (Naval Air Station) Sigonella - si legge in una nota dell'ambasciata Usa in Italia - ha designato due edifici di caserma e altri alloggi temporanei sulla base per gli sfollati. Ogni alloggio è fornito di aree halal, religiose e ricreative. Inoltre, viene fornita assistenza medica per valutare e assistere le persone con lesioni o altri problemi medici». Agli afghani non è stato fatto mancare neppure il sostegno religioso e spirituale grazie alle visite quotidiane dell'imam locale. Tutti hanno lavorato senza sosta per non far mancare nulla a questa gente, costretta ad abbandonare il proprio Paese per sfuggire ai talebani. Oltre alle forze statunitensi, anche i membri della comunità locale hanno risposto con grande entusiasmo alle necessità e ai bisogni degli afghani facendo volontariato e donando il necessario. Ogni bambino ha ricevuto un peluche di benvenuto, mentre tutti gli altri hanno avuto vestiti e beni di prima necessità. «Stiamo facendo tutto il possibile per aiutare gli americani e gli afghani vulnerabili che hanno un disperato bisogno di assistenza. Il nostro obiettivo è quello di riceverli, sostenere loro e le loro famiglie, e guidare il coordinamento con i colleghi delle altre agenzie per garantire che possano arrivare a destinazione il più rapidamente possibile», spiega l'incaricato d'affari presso l'Ambasciata degli Stati Uniti a Roma.

«Questo primo volo di sfollati che lascia l'Italia per gli Stati Uniti è una testimonianza di tutto quello che abbiamo fatto e di quanto ancora dobbiamo fare», dice Anna Wood, command master chief della Nas Sigonella.

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