Coronavirus

Sindacati, doppia sconfitta nelle scuole e nelle mense

Riapertura degli istituti senza tamponi gratis. E in azienda pasti al chiuso solo col green pass

Sindacati, doppia sconfitta nelle scuole e nelle mense

Tamponi gratuiti ma soltanto per i docenti in condizione di fragilità. No a test gratis per i no vax. Non si intende favorire chi è ostile alla vaccinazione immotivatamente ma soltanto chi non può effettuarla per motivi di salute. Ovvero coloro che appartengono a una delle categorie che danno diritto all'esenzione come da circolare del ministero della Salute. Particolari che i presidi chiedono di specificare nel protocollo di sicurezza firmato da governo e sindacati.

E dal governo arriva un chiarimento per il green pass nelle mense aziendali: nessuno sconto anche qui. La carta verde, ribadisce Palazzo Chigi, è obbligatoria anche per entrare nelle mense aziendali. «Per la consumazione al tavolo al chiuso i lavoratori possono accedere nella mensa aziendale o nei locali adibiti alla somministrazione di servizi di ristorazione ai dipendenti, solo se muniti di certificazione verde analogamente a quanto avviene nei ristoranti» e dunque «a tal fine, i gestori sono tenuti a verificare le certificazioni». Un'altra sconfitta per i sindacati.

Per la scuola il chiarimento è arrivato dal ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, dopo la levata di scudi dell'Associazione Nazionale Presidi, Anp, che non ha firmato il protocollo di sicurezza sul quale invece era stato raggiunto un faticoso accordo notturno con i sindacati della scuola.

I presidi avevano subito fatto sapere di essere contrari all'ipotesi che le scuole potessero farsi carico del costo dei tamponi. Antonello Giannelli, presidente Anp, aveva ribadito il no ad una «logica di sostituzione della vaccinazione con il tampone: si tratta di tutela della salute collettiva e questo per noi è prioritario». L'Anp aspetta una modifica del testo del protocollo in questo senso prima di firmarlo.Dunque il ministro Bianchi si è affrettato a specificare in una nota che nel protocollo «non è previsto, né si è mai pensato di prevedere, un meccanismo di gratuità del tampone ai cosiddetti no vax». Si contempla invece «una corsia preferenziale per il personale che deve ancora vaccinarsi» ovviamente con il via libera del commissario all'emergenza, Francesco Paolo Figliuolo, e si «consente alle scuole di effettuare tamponi diagnostici al personale mediante accordi con le Asl o con strutture convenzionate». Sul protocollo si erano già espressi per il sì i Cgil, Cisl e Uil.

Ma che cosa si prevede per garantire un ritorno in presenza in aula in sicurezza? Prima di tutto una corsia preferenziale per la vaccinazione del personale scolastico. Nell'ultimo Report della struttura commissariale sono registrati ancora 213.277 appartenenti al personale scolastico che risultano completamente scoperti: il 14,55 % del totale. I numeri però sono stati contestati ad esempio dalla Sicilia dove mancherebbe all'appello il 42,32 per cento del personale ovvero quasi 60mila persone. Entro il 20 agosto il generale Figliuolo ha chiesto alle regioni numeri certi.

Le certezze per il ritorno in classe però sono poche e uguali a quelle dello scorso anno: distanziamento di un metro fra i banchi e di due metri tra cattedra e banchi; mascherina obbligatoria dai sei anni (a meno che docenti e e alunni non siano tutti vaccinati) e finestre aperte anche d'inverno per garantire l'areazione.

Certo c'è la prospettiva di un piano di screening della popolazione scolastica; di interventi sui sistemi di areazione delle aule; la promozione di un sostegno psicologico e pedagogico educativo agli studenti e soprattutto di un potenziamento degli organici.

Per ora però solo sulla carta.

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