Cronaca locale

Sindaci in piazza con la Segre. Gli azzurri: no antisemitismo

A Milano seicento primi cittadini sfilano accanto alla senatrice minacciata sui social: «Noi la sua scorta»

Sindaci in piazza con la Segre. Gli azzurri: no antisemitismo

L iliana Segre indossa la fascia tricolore che le consegnano idealmente i sindaci degli ottomila Comuni italiani. La piazza intona l'Inno d'Italia e un minuto di silenzio chiude la marcia lanciata ieri a Milano dal sindaco Beppe Sala e dal collega di Pesaro Matteo Ricci e poi dall'Anci, dopo le minacce sui social che un mese fa hanno costretto ad assegnare la scorta alla senatrice a vita, ex deportata nei campi di concentramento. «L'odio non ha futuro», lo slogan del corteo bipartisan a cui hanno partecipato circa 650 sindaci (ma le adesioni sono arrivate a quota mille). La «scorta civica», come l'ha battezzata il presidente Anci Antonio Decaro, è partita da piazza Mercanti, ha attraversato Galleria Vittorio Emanuele dove si è unita la Segre, accolta dagli applausi della gente che ha intonato «Bella ciao». In piazza Scala sono saliti sul palco Sala, solo per avvertire «i fomentatori dell'odio che siamo pronti a tornare in piazza se il clima di odio non cambierà», e la protagonista della marcia, che invece ha voluto «parlare di amore: lasciamo l'odio agli anonimi della tastiera e guardiamoci da amici». Oggi sottolinea «guardo gli occhi dei giovani che mi ascoltano e vedo in loro future candele della memoria. E in piazza a Milano vedo questi meravigliosi sindaci in fascia tricolore, che hanno un impegno decisivo nella trasmissione della memoria, e i tanti cittadini venuti a testimoniare con la loro presenza il no all'odio. È nell'oblio della nostra storia che passa il messaggio dell'indifferenza, e stasera in questa piazza non c'è indifferenza ma un'atmosfera di festa».

Una marcia bipartisan, dopo settimane di polemiche e scontri in tanti consigli comunali sulla cittadinanza onoraria alla senatrice Segre. Accanto a Sala e Decaro sfilano i colleghi Pd di Bergamo Giorgio Gori e di Palermo Leoluca Orlando (da nord a sud) e Ilaria Caprioglio, sindaca del centrodestra a Savona. In piazza l'azzurro Roberto Di Stefano, che governa Sesto San Giovanni ed è stato travolto dalle polemiche per aver negato la cittadinanza onoraria a Segre: «Era una strumentalizzazione da parte della sinistra, e non bisogna mettere bandierine di partito sulla senatrice e su questi temi. Esprimiamo la nostra solidarietà per gli attacchi che ha ricevuto e siamo qui per dire no all'odio». Ci sono i sindaci del centrodestra di Biella, Cagliari, Treviso, Imperia, Cinisello Balsamo, il comune dell'hinterland milanese dove un ordine del giorno questa volta sarà presentato dalla Lega e da Forza Italia, per sottolineare anche che «l'attuale clima di rancore che la faziosità politica sta alimentando porta a perdere la bussola». Il sindaco leghista di Chiuduno (Bergamo) ribadisce «ancora una volta, al di là delle strumentalizzazioni politiche, che i sindaci della Lega sono contro ogni tipo di odio, violenza, razzismo e sono vicini alla senatrice Segre e tutte le persone che come lei hanno vissuto gli anni bui dello scorso secolo». La sindaca M5s di Torino Chiara Appendino arriva a Milano all'indomani del voto in consiglio comunale della cittadinanza onoraria a Segre e il sì a una commissione contro il razzismo e l'omofobia: «Riportiamo al centro i valori della Costituzione». Ha aderito ma non ha potuto partecipare la sindaca di Roma Virginia Raggi. Beppe Sala parla anche del razzismo nel calcio e invoca pene più severe, fino all'arresto: «A volte è anche un problema di come sistema giudiziario tratta i casi in cui è evidente che c'è un comportamento teso al razzismo e al fascismo - afferma -. Ho visto un tifoso inglese fare gesti irrispettosi ed è stato arrestato.

Vorrei vedere una cosa simile anche in Italia».

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