Roma. Dodici anni di indagini, ieri la svolta. Nove indagati per l'assassinio di Angelo Vassallo, il «sindaco pescatore» ucciso a colpi d'arma da fuoco ad Acciaroli, frazione di Pollica nel Salernitano. Accusati dell'omicidio in concorso il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, l'ex brigadiere, suo braccio destro, Lazzaro Cioffi, il carabinierie Luigi Molaro, Romolo e Salvatore Ridosso e l'imprenditore Giuseppe Cipriano. Accusati, invece, di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti gli stessi Cagnazzo, Cioffi, Molaro, Cipriano, Domenico D'Albenzio, suocero di Cioffi referente del clan Belforte a Maddaloni con 23 anni di carcere scontati per omicidio aggravato, infine Giovanni e Federico Palladino.
Ieri perquisizioni e sequestri di cellulari e pc nelle abitazioni degli indagati dai carabinieri del Ros su ordinanza della Procura di Salerno e della Dda di Napoli. Cagnazzo era a Pollina quando al primo cittadino viene teso un agguato sotto casa. A Pollina trascorreva le vacanze e, all'epoca dei fatti, avrebbe avuto una relazione con la figlia di Vassallo, Giusy. Con Cioffi, inoltre, il colonnello aveva lavorato quando era al comando del nucleo operativo di Castello di Cisterna, prima di arrivare al Comando provinciale di Frosinone. Cioffi, iscritto nel registro degli indagati per la morte di Vassallo già nel 2018, durante l'interrogatorio si avvale della facoltà di non rispondere. Poco dopo viene arrestato e condannato a 15 anni di carcere per concorso esterno in traffico internazionale di droga aggravato dalle modalità mafiose. Per il pm, Cioffi aveva un ruolo importante nel clan Sautto-Ciccarelli con a capo Pasquale Fucito. Fucito, a sua volta, gestiva il traffico di cocaina proprio a Caivano e nei Comuni vicini.
Perché è stato ammazzato Vassallo, ricordato nel film per la tv del 2016 con Sergio Castellitto? Il movente, per la Procura salernitana e la Dda, è quello ipotizzato all'indomani dell'omicidio. Vassallo combatteva la camorra che inondava di droga la piccola cittadina del Cilento, il lungomare e il porto turistico. Vassallo, eletto per ben tre mandati di seguito, viene riconfermato per la quarta volta con il 76% dei voti. Un plebiscito. Vassallo, che lavorava in una cooperativa di pescatori, non combatteva solo il traffico di droga ma anche gli appalti pilotati dalla camorra. Sei mesi dopo la sua rielezione, alle 22,15 del 5 settembre 2010, due sicari lo aspettano sotto casa. Non fa nemmeno in tempo a uscire dalla sua auto che gli sparano contro nove colpi calibro 9x21, la stessa arma in dotazione alle forze dell'ordine. Sette lo centrano uccidendolo all'istante. Secondo una nota della Procura di Salerno, le attività avviate subito dopo il delitto ebbero quale effetto quello di «indirizzare le investigazioni nei confronti di soggetti risultati poi del tutto estranei».
Attività, sottolinea la Procura, avviate «in assenza di delega da parte di questa Procura della Repubblica competente per l'accertamento dei fatti». Insomma, per il pm Giuseppe Borrelli «si indaga anche sullo svolgimento e le reali finalità di quelle indagini». Ovvero sui depistaggi che impedirono di arrivare agli assassini.
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