Daniela Uva
Chi l'ha detto che solo in due si viva bene? Una serie di nuovi studi scientifici dimostrano che felicità, appagamento e perfino salute fisica non dipendono più né dal matrimonio né dalla presenza dei figli. Perché, in un mondo sempre più dominato dai single, la solitudine si sta dimostrando molto più efficace della vita di coppia. Una prima conferma arriva da un'indagine condotta su novemila adulti in Germania. Due esperti avrebbero provato che l'inizio di una nuova relazione aumenta l'autostima solo se il rapporto rimane stabile per almeno un anno. Diversamente l'ego rischia solo di soffrire e di non ricevere l'appagamento tanto atteso. Una tesi che scardina il luogo comune secondo il quale gli scapoli siano necessariamente più tristi, soli e alla continua ricerca dell'anima gemella. A confermare la riscossa dei single è anche l'ultimo rapporto pubblicato dall'ufficio del censimento statunitense: negli Usa il numero di adulti che nell'ultimo anno ha deciso di non sposarsi ha raggiunto un record senza precedenti: più del 45 per cento dei residenti circa 110 milioni di persone di età superiore ai 18 anni è attualmente divorziata, vedova o è sempre stata single. Nel frattempo, l'età media delle nozze è sempre più elevata.
Se negli anni Settanta otto persone su dieci «dicevano sì» entro i trent'anni, oggi le cose sono molto cambiate. E così per arrivare a contare l'80% dei coniugati bisogna arrivare a 45 anni. Mentre l'età media del primo matrimonio è salita a 29,5 anni per i ragazzi e 27,4 per le ragazze.
Oggi più che mai le priorità sono cambiate. E così istruzione, ricerca di un lavoro stabile e appagamento personale sono considerati infinitamente più importanti rispetto al matrimonio e al concepimento dei figli. Mentre la solitudine fa un po' meno paura.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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