
Mezzi silenzi, occupazioni e mobilitazioni che proseguono, anche nel giorno in cui si vede uno spiraglio concreto per la pace in Medio Oriente. E a Milano, dopo il no del Consiglio comunale allo stop del gemellaggio tra il capoluogo lombardo e Tel Aviv, si arriva perfino allo scontro tra i manifestanti e le forze dell'ordine.
Nel fronte "pro-Pal", la giornata della liberazione degli ostaggi israeliani, con lo scambio con i detenuti palestinesi, primo passo concreto verso la pace a Gaza e nell'intera regione, trascorre di nuovo nel segno della protesta.
Il movimento che ha animato le manifestazioni di piazza nelle ultime settimane continua con la mobilitazione. A Milano, una delle città in cui ci sono state più iniziative "pro-Pal", il Consiglio comunale, dopo polemiche e discussioni, boccia lo stop al gemellaggio con Tel Aviv, tra le proteste - nel presidio di piazza della Scala - da parte di manifestanti dei centri sociali e dell'Usb, l'Unione sindacale di base in prima linea negli ultimi cortei sulla guerra a Gaza. "Milano antisionista. No gemellaggi" è lo striscione che campeggia in quella che è stata ribattezzata "Piazza Gaza", proprio nelle ore in cui nella Striscia e a Sharm El Sheikh si saluta la svolta verso la pace, con la liberazione degli ostaggi detenuti da due anni da Hamas nei tunnel del territorio dell'enclave palestinese.
E infatti lo stop a Tel Aviv non passa, tra le proteste in Aula di parte dell'opposizione. Con il Pd che, per uscire dall'impasse, aveva proposto anche un gemellaggio con Gaza City. E al termine del Consiglio comunale, gli estremisti radunati davanti Palazzo Marino danno vita a uno scontro con la Polizia che era posta a protezione della sede del Comune. "Vergogna, vergogna", l'urlo delle centinaia di persone che si spingevano contro le transenne posizionate davanti Palazzo Marino. Con gli agenti costretti a respingere i manifestanti.
Insieme ai centri sociali e ai sindacalisti di base, prova a tenere alta la tensione della protesta anche il fronte studentesco dell'universo pro-Pal. "Stamane, mentre Hamas rilasciava gli ostaggi israeliani, i giovani radical chic pro-Pal hanno occupato l'Istituto Nautico San Giorgio di Genova per protesta contro il governo italiano e per la resistenza palestinese", denuncia la Lega genovese. Occupazioni ieri mattina anche a Roma, nello storico liceo classico Visconti e allo scientifico Newton. Di nuovo fumogeni, striscioni e bandiere della Palestina, nonostante la tregua a Gaza. Occupazioni fuori tempo massimo anche in diversi istituti superiori di Napoli. Intanto a Udine cresce la tensione per il corteo pro-Pal per boicottare la partita valevole per le qualificazioni ai mondiali di calcio tra Italia e Israele, prevista per stasera. Protesta confermata, con adesioni di circa 300 sigle e città già blindata.
"Oggi che tutto il mondo plaude e sostiene l'accordo costruito da Trump, Paesi arabi in testa, restano in campo i reduci del caos", commenta il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, di FdI. Dal Pd Elly Schlein, solo in serata, commenta stringata dopo gli altri esponenti dell'opposizione: "È una giornata sicuramente importante, siamo tutti felici di vedere gli ostaggi finalmente liberati da Hamas, di vedere la scarcerazione dei prigionieri palestinesi". Poi rilancia ancora sulla "soluzione politica dei due popoli due Stati e su un pieno coinvolgimento dei palestinesi".
Per il M5s interviene Giuseppe Conte, che ammette: "La svolta va dato merito a Trump di averla impressa", poi incalza: "Adesso dobbiamo augurarci che ci sia il rispetto della popolazione palestinese, del loro diritto all'autodeterminazione". "È una bella notizia vedere la liberazione degli ostaggi e con essi anche quella dei detenuti palestinesi. Ora ci aspettiamo che questo processo di pace vada a compimento", prova a commentare Angelo Bonelli di Avs.