"La sinistra obbedisce ai pm. L'Italia merita giudici terzi"

Il giornalista Pierluigi Battista promuove il Sì alla riforma della giustizia. "Sostengo lo Stato di diritto, non è battaglia di destra"

"La sinistra obbedisce ai pm. L'Italia merita giudici terzi"

Pierluigi Battista è un giornalista di lunghissima esperienza. Tra le molte altre cose è stato vicedirettore del Corriere della Sera. Oggi fa parte di un comitato per il Sì al referendum sulla separazione delle carriere - organizzato dalla fondazione Einaudi - insieme all'avvocato Giandomenico Caiazza, a Giuseppe Benedetto e a molti altri.

Perché questo suo impegno a favore del Sì?

"Sono un cittadino italiano. Non sono un tecnico. Da sempre aspiro a realizzare quella idea che fu lanciata negli anni '80 da Marco Pannella: la giustizia giusta. Questa idea implica che chi ti giudica sia effettivamente terzo, cioè arbitro imparziale. Nel processo si fronteggiano accusa e difesa. Il giudice non può scendere in campo indossando la stessa maglietta dell'accusa".

Servono garanzie di imparzialità?

"L'imparzialità pretende la terzietà del giudice. Altrimenti non c'è. Questo è un principio elementare in uno Stato di diritto. E io voglio vivere in uno Stato di diritto. Come la Germania, la Gran Bretagna, gli Stati Uniti e tutti gli Stati democratici: sistemi di giustizia diversi, ma tutti garantiscono l'imparzialità e la terzietà del giudice".

Dicono sia una riforma che interessa poco ai cittadini.

"Non è vero, li riguarda direttamente. Un cittadino che viene inquisito - e sono decine di migliaia ogni anno - deve poter entrare nell'aula di tribunale sapendo che sarà giudicato da giudici che non sono colleghi di chi lo accusa".

È una sua vecchia battaglia?

"È un'idea che io sostengo da quando fu lanciata dai radicali di Marco Pannella quasi mezzo secolo fa. Per questa idea si è battuta in passato gente di grande valore come Giuliano Vassalli. Lui è stato un grande socialista, un combattente antifascista, fu l'organizzatore dell'arditissima azione che permise la liberazione dal carcere fascista di Giuseppe Saragat e Sandro Pertini, due socialisti come lui, futuri presidenti della Repubblica. Poi fu catturato dai nazisti e trascinato a via Tasso, nelle celle delle torture. Non si può sentire chi pensa che Vassalli sia una specie di fascista. È una cialtronata".

I sostenitori del No temono che la riforma porti a una dipendenza del magistrato dalla politica.

"L'indipendenza del magistrato dalla politica oggi non c'è. Oggi c'è una situazione di assoluta dipendenza del magistrato dalla politica".

Dal potere esecutivo?

"No, dalle correnti della magistratura. Liberare i pm e i giudici dalle correnti, e quindi renderli indipendenti, come prevede la Costituzione, è uno degli scopi di questa riforma. Le correnti dei magistrati sono assolutamente politiche, e si spartiscono i poteri dentro le Procure e nei tribunali secondo criteri politici. Costringono i magistrati a scendere a patti con una parte politica. Avendo gli schieramenti politici come criteri di selezione".

Si riferisce alle correnti dei magistrati nell'Anm?

"Sì, l'Anm in teoria è un sindacato. Molto invadente in politica. Adesso addirittura il sindacato dei magistrati si fa direttamente soggetto politico e si mette alla testa di uno schieramento politico per il No al referendum, e costringe i partiti di sinistra a sistemarsi disciplinatamente alla sua coda. Quindi non è più un'ingerenza dei magistrati nella politica, è la sostituzione della politica - di un pezzo della politica - con la magistratura. Sa dov'è la sede del comitato per il No?".

Dov'è?

"A Roma. Nel Palazzaccio. Cioè nella sede della Cassazione. Uno scandalo".

I magistrati non dovrebbero fare politica?

"Se il giudice vuole rispetto deve meritarselo. Quindi non può dire quello che gli pare, politicizzare, e poi pretendere che tutti si inchinino alla sua autorità".

Ma secondo lei non esistono ragioni per sostenere il No a questa riforma?

"La campagna per il No si poggia su presupposti truffaldini. Glene illustro uno. Da una parte i sostenitori del No dicono: In fondo stiamo parlando di una cosa marginale, la separazione di fatto già c'è. La separazione riguarda pochi casi. Non vale certo una riforma costituzionale. Benissimo, dico io. Ma allora come si concilia questa affermazione con l'allarme per il ritorno del fascismo, l'imbavagliamento del Pm, il dilagare dell'autoritarismo? Se la riforma è un fattore minimo, è un fattore minimo: non è un golpe".

I sostenitori del No dicono che il Pm rischia di non essere più indipendente. E di finire sotto il potere del governo.

"Già. E poi sostengono anche che con la separazione il Pm rischia di essere troppo autonomo dal resto della magistratura e quindi di accentrare su di sé un potere enorme ed eccessivo. Lei riesce a spiegarmi come si conciliano le due affermazioni? Dipendente dall'esecutivo o troppo autonomo e potente?".

I comitati per il Sì saranno solo di destra?

"No, non deve essere così. Questa battaglia deve essere liberata dall'alternativa pro o contro il governo. È una battaglia che coinvolge tutti, anche molte persone del Pd. Se diventa un referendum pro o contro Meloni è sbagliato. Il No cercherà di mobilitare con la parola d'ordine No a Meloni. Ma il Sì deve assumere una posizione aperta. La destra non deve puntare ad intestarsi la vittoria, deve puntare a ottenere la vittoria del Sì".

A sinistra ci sono stati in passato sostenitori della separazione?

"Agostino Viviani, socialista di ferro, nonno materno di Elly Schlein, si è battuto come un leone negli anni '80 per la separazione. Massimo D'Alema ha presieduto una commissione bicamerale che alla fine degli anni '90 lavorò per la separazione. Giovanni Falcone era per la separazione delle carriere. Persino Debora Serracchiani, responsabile giustizia del Pd, meno di dieci anni fa si pronunciò a favore".

La sinistra sostiene che questo referendum apra una emergenza democratica.

"Questa riforma è semplicemente l'applicazione dell'articolo 111 della Costituzione. Che chiede il giudice terzo. È scritto proprio così in Costituzione: terzo".

Cosa faranno i partiti di sinistra in campagna elettorale?

"I partiti di sinistra faranno quello che dicono i magistrati di sinistra".

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