Politica internazionale

La sinistra perde anche il suo ultimo idolo: lo sdoganamento delude i socialisti europei

La "strana coppia" Joe-Giorgia spiazza i progressisti: "Perché lo ha fatto?"

La sinistra perde anche il suo ultimo idolo: lo sdoganamento delude i socialisti europei

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La sinistra perde anche il suo ultimo idolo: lo sdoganamento delude i socialisti europei

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E cco a voi il duo Gio-Gio, Joe e Giorgia, la strana coppia che, sostengono i giornali tedeschi, sta già scuotendo gli equilibri internazionali e ribaltando i pesi interni europei. Stupore a Bruxelles: dov'è finito il Biden sponda del Pse? Che fine ha fatto il punto di riferimento dei riformisti mondiali? Ma anche in Italia nel centrosinistra si registra qualche scossa: perché l'ha voluta sdoganare, e con quella pompa poi? Eppure è così. «La Meloni ed io siamo diventati amici», spiega il presidente americano. E lei: «Altro che disastro, l'incontro è stato il riconoscimento del lavoro di un governo serio, affidabile, che sa stare nei contesti multilaterali. Ero preceduta da una propaganda falsa, non è stato difficile smontarla».

Qualcuno parla di «nuovo corso» della politica Italiana. Con la sua visita a Washington la Meloni sembra infatti aver girato pagina, abbandonando le dichiarate simpatie per Donald Trump e archiviando almeno per il momento la ricetta sovranista, al punto di impappinarsi per una domanda sul tricolore. E in qualche modo la stessa premier, intervistata da Sky tg 24, conferma la svolta: «Essere determinati nel difendere gli interessi nazionali non esclude la nostra credibilità come partner». Un esempio per tutti, la decisione di non rinnovare l'accordo commerciale con la Cina sulla Via della Seta. E poi, il «pragmatismo» sbandierato da Giorgia e apprezzato da Joe. «Io sono orgogliosa della mia identità, ma la politica e la dimensione del governo dello Stato sono due cose diverse perché quando tu rappresenti l'Italia ti deve muovere solo la tutela dell'interesse nazionale».

Il giorno dopo c'è parecchia «soddisfazione» a Palazzo Chigi. Il viaggio negli Usa è andato «meglio delle aspettative», il banco di prova è stato superato. In più, il clima festoso e di grande affabilità con il presidente americano pare aver messo in grossa difficoltà i suoi avversari interni ed esteri. La rappresentazione di una Meloni inadatta e troppo di destra si è infranta nello studio ovale e nel riconoscimento da parte di Biden del ruolo nuovo assunto da Roma nel Mediterraneo. L'allarme antifascista non ha suonato. Anzi, dopo la Ue e Washington, pure le banche, con Intesa San Paolo, hanno legittimato la prima donna premier in Italia.

Dunque la linea Schlein non ha pagato. Lo si vede anche sul tema delle migrazioni: mentre il Pd si è dichiarato contrario al tentativo del governo di coinvolgere i Paesi del sud Mediterraneo nel controllo delle partenze, offendo aiuti economici e umanitari, riprendendo per altro un programma dell'allora ministro dell'Interno Marco Minniti, guarda caso del Pd, la Casa Bianca ha pubblicamente apprezzato il Piano Mattei.

E i rapporti di forza possono cambiare pure in Europa. La mancata vittoria dei popolari spagnoli e l'insuccesso di Vox sembravano aver raffreddato le manovre di Giorgia di rovesciare le alleanze di Bruxelles, sostituendo il Ps con i conservatori dopo le elezioni della prossima primavera. Ora invece sono i socialisti, con un Sanchez azzoppato dal voto, a pagare pegno, mentre la Meloni, rinfrancata dall'appoggio di Biden, può proseguire nella sua lenta marcia di avvicinamento al centro. Gli unici problemi ce li ha in casa, con una parte della Lega putiniana e gli attacchi dei nostalgici tipo Alemanno.

L'amicizia con Joe, insieme al buon rapporto tessuto in questi mesi con Ursula von der Leyen, le consentono quindi di coltivare anche un piano alternativo per entrare nella stanza dei bottoni a Bruxelles. Via il populismo, via anche il sovranismo. Atlantista lo è sempre stata, adesso pure bideniana.

«Ma non era amico nostro», si chiedono al Nazareno.

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