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La sinistra smentita: minore evasione col tetto a 5mila euro

Lo studio di Unimpresa: "Livello massimo di tasse eluse con la soglia a 1.000 euro"

La sinistra smentita: minore evasione col tetto a 5mila euro

Alzare il tetto per i pagamenti cash non alimenta l’evasione. Con tanti, anzi, contanti saluti a chi sostiene il contrario. A provare a far parlare i numeri per tagliare corto nelle polemiche sull’aumento della soglia per i pagamenti in contanti, proposta dalla Lega e dal governo, è il centro studi di Unimpresa. Che ha fatto un’analisi mettendo a confronto i dati sull’evasione fiscale e gli scostamenti – molto frequenti da quando è stato regolamentato dal decreto antiriciclaggio, il 231/2007 – del tetto imposto alle transazioni in cash in Italia tra il 2010 e 2019. E il primo dato che balza agli occhi è anche il più clamoroso: la soglia più alta degli ultimi anni – 5mila euro, tetto in vigore nel 2010 – è proprio quella che coincide con il più basso livello mai registrato di evasione fiscale nel decennio preso in esame, ossia 83 miliardi di euro. Al contrario, invece, l’evasione più consistente si è avuta tra 2012 e 2014, arrivando a toccare quota 109,7 miliardi di euro, dopo che il governo Monti aveva abbassato quel tetto di cinque volte, portando a mille euro la soglia di utilizzabilità del cash. Insomma, senza troppi limiti per le banconote da tenere in tasca si evade meno? Sembrerebbe così, ma, più semplicemente, come sottolinea Unimpresa, «non è possibile individuare alcuna correlazione diretta tra l’andamento dell’evasione fiscale e l'evoluzione del cosiddetto “tetto al contante”: l’osservazione dei rispettivi andamenti negli ultimi 10 anni, infatti, non consente di indicare alcun nesso causale tra le modifiche alle norme relative all’utilizzo del denaro cartaceo per i pagamenti e la curva del gettito tributario sottratto all’amministrazione finanziaria annualmente». Sostenere il contrario, come si è fatto nelle polemiche di questi ultimi giorni, non avrebbe il conforto dei numeri. Mentre un aumento di quel limite potrebbe, come spiega il presidente onorario di Unimpresa Paolo Longobardi, avere semmai effetti positivi, virtuosi. «Alzare a 5.000 euro l'utilizzo del denaro contante restituirebbe un senso di libertà alle imprese e ai cittadini», spiega Longobardi. «Sono anche sicuro che una decisione di questo tipo favorirebbe soprattutto il commercio e quindi i consumi, con effetti positivi per la crescita economica e quindi per il prodotto interno lordo», prosegue. «Sarebbe una decisione positiva e sono convinto che le imprese, soprattutto quelle più piccole, largamente indebolite dalla congiuntura sfavorevole, tornerebbero a guardare con fiducia al futuro, anche tornando ad assumere e creando così nuova occupazione», conclude Longobardi. Se i numeri non mentono, insomma, le schermaglie verbali di questi giorni intorno all’argomento sembrano abbastanza pretestuose. Se nel 2010 a fronte di un tetto di 5mila euro l’evasione come visto era pari a 83 miliardi, già l’anno successivo, con la soglia contante abbassata del 60 per cento, l’evasione fiscale è invece cresciuta del 26 per cento (104,8 miliardi), per poi crescere ancora nel 2012 (+2,576 per cento, 107,5 miliardi) con il tetto sceso ancora del 50% (mille euro) e nel 2013 (+ 2%, 109,7 miliardi, cifra record del periodo). Nemmeno quando il governo Renzi è tornato ad alzare la soglia a 3mila euro questo intervento sembra aver avuto riflessi diretti, non equivoci sull’evasione fiscale, che è rimasta pressoché stabile i primi due anni (+0,4%, da 106,1 a 106,6 miliardi di euro e 0,65%, da 106,6 a 107,3) per poi scendere nel successivo biennio (-4,66% e -3%), attestandosi a 99,2 miliardi, e con il tetto del cash che tra 2016 e 2019 non era più cambiato. Insomma, vien da pensare che si stia facendo molto rumore per nulla. Anche perché se è vero che i poveri non girano con migliaia di euro cash in tasca, è proprio la Bce a ricordare come «il contante è inoltre essenziale per l’inclusione dei cittadini socialmente vulnerabili, come gli anziani o le fasce della popolazione a più basso reddito». E se guardiamo all’estero, ben nove dei 27 Paesi membri della Ue – e tra questi la Germania, l’Olanda, l’Austria e la Finlandia – non hanno imposto ai propri cittadini alcun limite all’utilizzo del contante.

Non un’eccezione: nell’Ue 21 nazioni su 26 – Italia esclusa – che o non hanno alcuna soglia o hanno un tetto più alto del nostro.

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