Siria, nuovi massacri firmati Isis: 180 vittime tra Homs e Damasco

Esplosioni simultanee nella capitale e nella terza città del Paese: 200 feriti

Mentre da Amman il segretario di Stato americano John Kerry annuncia di aver raggiunto «un accordo provvisorio di principio» con il suo omologo russo Sergei Lavrov sui termini di una tregua in Siria, le truppe del regime siriano continuano ad avanzare nella provincia di Aleppo e almeno 180 persone - secondo il sito Site, specializzato in jihadismo - sono rimaste uccise e decine ferite in una serie di attentati che hanno colpito le zone controllate dal regime di Damasco.Gli Usa continuano a spingere per una tregua con l'annuncio di un accordo «provvisorio» sulla cessazione delle ostilità ma l'Isis non smette di seminare sangue e morti e ha rivendicato la responsabilità di un duplice attentato a Homs, la terza città più grande del Paese, in cui sono morte 57 persone. Il quartiere colpito è quello lealista di al-Zahra, abitato prevalentemente dalla comunità alawita a cui appartiene anche il presidente Bashar al-Assad. Per la martoriata città è stato l'attacco più grave dall'ottobre 2014 quando un attentato nello stesso quartiere lealista seminò la morte in una scuola: all'epoca, morirono 55 persone, dei quali 49 erano bambini.

Lo Stato islamico ha rivendicato anche la serie di attacchi nei pressi di un santuario sciita a sud di Damasco, in cui sono morte 62 persone e almeno duecento sono ferite, il che rischia di aggravare ulteriormente il tragico bilancio.

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