"Il sistema Italia torna sotto attacco. Titoli di Stato sì, ma a piccole dosi"

L'esperto: "Guadagni interessanti, però occorre molta pazienza"

"Il sistema Italia torna sotto attacco. Titoli di Stato sì, ma a piccole dosi"

Nelle ultime settimane la pressione sui Titoli di stato italiani è aumentata in modo significativo, fino alla fiammata di ieri: i rendimenti dei Btp a 3 e 7 anni, assegnati in asta dal Tesoro, si sono attestati al 3,04% e al 3,75%, ai massimi dalla crisi del debito sovrano del 2011-2012. Chiediamo a Angelo Drusiani, consulente finanziario per Edmond de Rothschild, che cosa sta succedendo ai Titoli di Stato italiani. «Il mercato finanziario è speculativo, nel senso che chi compra spera di guadagnare nel più breve tempo possibile. Detto questo - sottolinea Drusiani - c'è di sicuro un tentativo di mettere in difficoltà il nostro Paese che ha un debito pubblico molto elevato. In una fase come questa la speculazione può lucrare molto di più vendendo oggi allo scoperto per poi guadagnare domani riacquistando a prezzi più bassi. Al momento di certezze per l'immediato futuro ce ne sono poche sia dal punto di vista internazionale che da quello interno (oltretutto si va verso elezioni politiche nel 2023) e, per chi opera sui mercati, dall'estero ma anche dall'Italia, c'è la sensazione che ci possano essere delle turbative anche importanti sulle quotazioni. Al tempo stesso non dimentichiamoci che i rendimenti dei Titoli di Stato stanno salendo un po' ovunque».

Ha ragione chi afferma che la Bce avrebbe sbagliato strategia, perlomeno sottovalutando l'importanza della comunicazione ai mercati?

«Negli Stati Uniti alcuni mesi fa il presidente della Fed, Jerome Powell, fu messo sotto accusa perché riteneva che l'inflazione statunitense fosse temporanea senza la necessità di interventi particolari. Lo stesso è accaduto in Eurozona dove però governare il mercato dei titoli a reddito fisso è molto più complesso. Negli Usa c'è un solo emittente mentre in Eurozona ce ne sono tanti, uno per ogni Paese con esigenze, debiti, prospettive anche profondamente diverse tra loro. È davvero complesso trovare un punto di equilibrio capace di soddisfare le esigenze di tutti i Paesi della zona euro».

Che cosa dovrebbe fare un risparmiatore con i Bot i Btp e gli altri titoli di stato italiani?

«A questi livelli di rendimento qualcosa comincerei a comprare in maniera però contenuta e da mantenere alcuni anni (se non fino a scadenza), in particolare i Btp a 7 e 10 anni. È vero che c'è il pericolo di ulteriori rialzi dei rendimenti e, di conseguenza, di sensibili contraccolpi nei prezzi di questi titoli a breve termine. Sono però anche convinto che la Federal Reserve, a cui tutto il reddito fisso guarda, potrebbe presto frenare la politica di rialzo dei tassi, aspettando di verificare gli impatti sull'economia. Questo permetterebbe ai mercati obbligazionari di ritrovare un equilibrio da cui ripartire.

Per quanto riguarda invece i Btp Italia in fase di collocamento faccio notare due aspetti: è vero che in un contesto di inflazione persistente sono titoli che possono continuare a dare soddisfazioni, ma è altrettanto vero che hanno una cedola minima e una seconda che nasce dalla differenza tra il carovita semestrale rispetto a quello del semestre precedente. Un esempio? Se si confrontasse un semestre con il carovita al +3% rispetto al +4% del semestre precedente non si incasserebbe nessun coupon».

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