Siti sessisti, caccia (a ostacoli) a domini e gestori fantasma

I reati contestati: revenge porn e diffusione illecita di materiale sessuale e dati personali

Siti sessisti, caccia (a ostacoli) a domini e gestori fantasma
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Individuare chi gestisce l'ennesimo sito sessista di pornografia involontaria e chi diffonde i contenuti è l'obiettivo della polizia postale, già al lavoro per preparare una prima informativa da inviare alla Procura di Milano, che coordina le indagini su SocialMediaGirls, piattaforma su scala mondiale con oltre 7,5 milioni di utenti.

I reati che si potrebbero configurare sono quelli di diffusione illecita di materiale sessualmente esplicito e trattamento illecito di dati personali. C'è anche il revenge porn, che punisce chi diffonde immagini rubate o divulgate senza il consenso. Ma in questo caso il lavoro degli investigatori potrebbe essere più complesso di quanto non è stato quello che due mesi fa ha portato alla chiusura di Phica.eu e del gruppo Facebook Mia moglie, perché questa piattaforma esiste da 11 anni ed è molto ben strutturata a livello globale. Solo una sezione è dedicata all'Italia ed è dove sono finite, oltre a quelle di tante donne comuni di ogni età, anche le immagini modificate dall'intelligenza artificiale di una cinquantina di personaggi famosi, tra giornaliste, attrici, cantanti, showgirl politiche e donne della tv. La sezione del forum dove chiunque si autodichiari maggiorenne può spogliare qualsiasi immagine vera che si trova sul web, sarebbe solo la punta dell'iceberg di un vastissimo mercato digitale sommerso, completamente fuori controllo. La polizia postale sta cercando di individuare il dominio del sito, che si appoggia su server del Belize, che riconducono però agli Emirati Arabi. Un compito non facile nella giungla infinita del web, dove chi ha ideato la piattaforma lo ha fatto in modo da mettersi al riparo da eventuali conseguenze penali con un apposito sistema di protezioni informatiche. Il passaggio successivo sarà quello di cercare di individuare gli utenti e i creatori di contenuti. Anche se la piattaforma ne tutela l'anonimato, l'iscrizione al sito e talvolta il pagamento di un abbonamento per accedere a contenuti particolari lascia comunque tracce.

Ma che cosa può fare una persona che si ritrovi suo malgrado in uno di questi siti pornografici? "Per prima cosa - spiega la polizia postale - ha la possibilità di contattare il sito e chiedere la rimozione del contenuto. Ci sono piattaforme che hanno adottato policy di verifica dei contenuti e un'azione di rimozione.

Ma può capitare che queste foto siano pubblicate in siti, canali, dove è necessario procedere con l'aiuto delle istituzioni preposte. Si pensi alla previsione di intervento del Garante per la protezione dei dati personali per la rimozione dei contenuti e della polizia postale nel caso dei reati".

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