Slitta ancora l'incontro tra Berlusconi e Salvini «Vertice tra 15 giorni»

Il leader del Carroccio: «Lo chiamerò e presto ci vedremo». E ora anche Alfano guarda a Fi

Slitta ancora l'incontro tra Berlusconi e Salvini «Vertice tra 15 giorni»

Il filo europeo tiene tutto, per Silvio Berlusconi. Aiuta a costruire e allargare un centrodestra moderato. E a portarlo alla vittoria.

Il Cavaliere oggi incontrerà ad Arcore il presidente del Ppe Joseph Daul e intanto vede con soddisfazione Matteo Salvini abbassare i toni anti Ue e dire chiaro e tondo, come ha fatto ieri, che il referendum sull'euro «non si può fare». Incassa anche la dichiarazione del neo-coordinatore di Ap, Maurizio Lupi: «Stiamo lavorando alla costruzione di un partito popolare italiano, Berlusconi è il nostro interlocutore naturale. Se non ci riusciamo, piuttosto corriamo da soli». Avrà avvisato Angelino Alfano?

D'altronde, l'ex ministro Lupi ha avuto mandato proprio di riallacciare i rapporti con il centrodestra. Ma a questo punto si dovrà vedere la posizione di Alfano, quello che alle regionali di novembre in Sicilia ha scelto di correre con Matteo Renzi, invece di entrare nella coalizione a sostegno di Nello Musumeci. Ora che tutti i sondaggi danno in testa il candidato-governatore del centrodestra, forse il ministro degli Esteri dovrà scontare anche quella scelta, che ha messo in subbuglio il partito.

Quanto ai retroscena sulle tensioni con Salvini e su un incontro già programmato, ad Arcore assicurano che per ora non c'è nulla in agenda. Le posizioni rimangono diverse su alcune cose, ma l'alleanza è solida. Insomma, neppure servono chiarimenti immediati.

«Non c'è ancora fissato niente - conferma Salvini, smorzando le polemiche- ma sicuramente chiamerò Berlusconi per vederci e per parlare di programma. Non so né dove né quando. È una questione dei prossimi 10-15 giorni».

Il Cavaliere era atteso ieri a Roma e invece è stato trattenuto a villa San Martino da un'influenza. Doveva incontrare Daul a pranzo nella capitale, dov'è venuto per la «due giorni» del gruppo popolare del parlamento Ue, ma sarà lui a volare a Milano.

In questo momento Berlusconi tiene molto alla sua immagine in Europa e al rapporto stretto con il Ppe. Il fatto di avere uno dei fondatori di Fi, Antonio Tajani, come primo presidente italiano dell'europarlamento, non è solo motivo di orgoglio ma anche un viatico per ottenere riconoscimenti. Come quello arrivato dal segretario generale del Ppe Antonio Lopez-Isturiz, a metà settembre alla Convention azzurra di Fiuggi, organizzata proprio da Tajani. E ora quello di Daul è in arrivo.

Quanto al resto, Berlusconi non si fa sviare da qualche eccesso di protagonismo o da qualche aperta provocazione, di Salvini o di altri. Punta a rappresentare la forza moderata del centrodestra. Diversa, anche se alleata, dai «ribellisti» (come preferisce chiamare i populisti), che urlano di più e la sparano grossa. Per questo, ha voluto una quarta gamba centrista, che riunisca l'Udc di Lorenzo Cesa, Rivoluzione Cristiana di Gianfranco Rotondi e altri gruppi, tra animalisti e liberali. Ci lavora Enrico Costa e potrebbe raccogliere il 5 per cento dei voti.

Dei timori di «salvinizzazione» di Fi legati al Rosatellum bis, il Cavaliere non vuol sentir parlare.

Ha rimesso in riga chi si preoccupava dei seggi disponibili nelle regioni e avvertito che il patto sulla legge elettorale con Pd-Lega e Ap va rispettato. Mentre rafforza i rapporti con il Ppe, ricalibra quelli con la Lega, valuta quelli possibili con Ap, Berlusconi si prepara a festeggiare i suoi 81 anni. Domani, con pochi intimi.

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