L'Italia sta meglio di altri Paesi, ma «sono nove settimane consecutive che i nostri numeri crescono» e anche i dati delle terapie intensive non sono buoni, «con 323 ricoverati contro i 30 della scorsa estate». Sfavorevoli anche quelli sull'età media dei contagiati, «scesa dai 70 anni di marzo ai 41 anni di oggi».
Una situazione, sostiene il ministro della Salute Roberto Speranza illustrando in Parlamento l'imminente Dcpm con le nuove norme di contrasto al Covid, che rende opportuna la proroga dello stato di emergenza al 31 gennaio 2021. Perché per non vanificare il nostro vantaggio serve «la prudenza che ci ha guidato fino ad oggi». Il provvedimento, inizialmente previsto per oggi, potrebbe slittare di una settimana e nel frattempo essere varato un Dcpm-ponte per allungare le misure in scadenza. Altra strada, anche se meno probabile, è quella di procedere con il nuovo decreto dopo il Consiglio dei ministri di stamattina. L'orientamento è comunque quello di confermare le misure in essere e stringere la cinghia dei divieti. La vera novità riguarda l'obbligo della mascherina anche all'aperto, che in ogni caso sarà introdotto subito. Un monito, per primi ai parlamentari che non la usano correttamente, arriva dall'intervento in aula di Lisa Noja. La deputata di Italia Viva parla con il viso protetto nonostante la sua disabilità: «Faccio molta fatica a tenere la mascherina in quest'aula perché ho difficoltà di respirazione serie, ma se lo faccio io per tante ore allora lo possono fare tutti». Mascherina sempre, dunque, anche «quando si incontrano non conviventi», spiega Speranza.
Per convincere i più restii il decreto dovrebbe contenere, oltre all'obbligo a portare le protezioni con sé ogni volta che si esce di casa (tranne se si è da soli o con i congiunti in auto, in moto, in bicicletta o in un luogo isolato) anche sanzioni severe per i trasgressori: da 400 a mille euro. Uniche eccezioni: chi sta svolgendo attività sportiva o motoria, i bambini di età inferiore ai sei anni e i soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l'uso della mascherina. Rischiano sempre la chiusura dell'esercizio da 5 a 30 giorni i locali che non fanno rispettare i divieti. Previste anche nuove norme sui controlli anti-assembramento, che saranno più stringenti, con l'impiego dell'esercito dove necessario. Con il nuovo decreto potrebbe essere introdotto l'obbligo di tampone anche per chi rientra da Gran Bretagna, Olanda, Belgio e Repubblica Ceca,
Nella fase attuale non è più come a marzo, quando il virus colpiva soprattutto il nord. Oggi la crescita dei nuovi casi «è diffusa, generalizzata, investe tutti i territori». Nessuno può sentirsi fuori pericolo. Speranza tocca questo tasto per invitare i governatori a dialogare e coordinarsi con lo Stato. Mai più - il ragionamento del ministro - ci dovranno essere divisioni e conflitti che portano le Regioni a muoversi in ordine sparso, come accaduto finora. Tra le righe del discorso si intuisce che il decreto, come già anticipato dal premier Conte con i capidelegazione della maggioranza, conterrà il divieto per le Regioni di adottare norme meno restrittive dei provvedimenti nazionali. Per vararne di più «permissive» servirà il parere del Cts. Un orientamento che sta stretto a più di un governatore. Sicuramente a quello dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, contrario alla ricerca di «scorciatoie neo-centraliste».
Si parlerà anche di questo oggi, dopo il Consiglio dei ministri, nel corso di un incontro tra gli amministratori locali e i ministri Francesco Boccia e Roberto Speranza. A chi critica la nuova stretta perché rischia di frenare ulteriormente l'economia, il ministro dice che «un Paese può essere veloce e rialzarsi solo se è in grado di vincere la battaglia sanitaria».
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