Smentita di Trump sui miliardi del patto. "Isfahan non colpita. Lì le scorte di uranio"

Il tycoon: "Fake news". Il report militare sulla centrale. E Teheran chiude all'Aiea

Smentita di Trump sui miliardi del patto. "Isfahan non colpita. Lì le scorte di uranio"
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Donald Trump smentisce le indiscrezioni secondo cui la sua amministrazione avrebbe discusso la possibilità di aiutare l'Iran ad accedere ad una somma fino a 30 miliardi di dollari per costruire un programma nucleare civile. "Chi tra i media fake news è quel mascalzone che dice che Trump vuole dare all'Iran 30 miliardi per costruire impianti nucleari civili?. Mai sentito parlare di questa idea assurda. È solo un'altra bufala diffusa dalle Fake News per squalificarci. Questa gente è malata", tuona su Truth il presidente degli Stati Uniti.

Tra i media sotto accusa c'è la Cnn, che citando fonti informate, ha riferito che Washington negli ultimi giorni aveva esplorato possibili incentivi economici per Teheran in cambio dell'interruzione dell'arricchimento dell'uranio da parte del suo governo, e i dettagli della proposta sarebbero stati discussi la scorsa settimana durante un incontro segreto durato ore tra Steve Witkoff, l'inviato speciale Usa in Medio Oriente, e i partner del Golfo.

Una notizia che ora il tycoon nega senza mezzi termini, segnando un ennesimo capitolo della battaglia che sta portando avanti contro diversi media (tra cui la Cnn, appunto) dopo che hanno riportato la valutazione iniziale dell'intelligence secondo cui i bombardamenti americani non hanno distrutto i siti atomici della Repubblica islamica, e hanno solo ritardato il programma nucleare solo di qualche mese.

Sempre la rete tv ora riferisce come il capo di stato maggiore congiunto, il generale Dan Caine, abbia dichiarato che l'esercito americano non ha utilizzato bombe anti-bunker nel raid della scorsa settimana su Isfahan, uno dei più grandi siti nucleari iraniani, perché l'impianto è così profondo che gli ordigni probabilmente non sarebbero state efficaci. Citando tre persone che hanno ascoltato le sue osservazioni e una quarta che ne è stata informata, precisa che si tratta della prima spiegazione nota sul perché l'esercito non abbia utilizzato la bomba Massive Ordnance Penetrator (Mop) contro il sito nell'Iran centrale. I funzionari statunitensi ritengono che le strutture sotterranee di Isfahan ospitino quasi il 60 per cento delle riserve di uranio arricchito del Paese, di cui avrebbe bisogno per produrre un'arma nucleare. Mentre i bombardieri B2 hanno sganciato oltre una decina di bombe bunker-buster sui siti di Fordow e Natanz, Isfahan è stata colpita solo da missili Tomahawk lanciati da un sottomarino. Teheran, nel frattempo, annuncia tramite il vicepresidente del Parlamento Hamid Reza Haji Babaei che non permetterà più a Rafael Grossi, direttore generale dell'Aiea, di visitare i suoi impianti nucleari, né permetterà l'installazione di telecamere di sorveglianza nelle strutture.

Una decisione giunta dopo le ripetute critiche a Grossi nel corso della guerra con Israele, e in seguito alla sospensione della collaborazione con l'Agenzia internazionale per l'energia atomica. Il direttore fa sapere che l'Iran non ha ancora chiesto agli ispettori di lasciare il Paese, e a suo parere si tratta di un segnale positivo. "Il lavoro dovrà continuare. Altrimenti, nessuno avrà idea di cosa stia succedendo", sottolinea, ribadendo che la Repubblica islamica "è un Paese molto sofisticato in termini di tecnologia nucleare, come è ovvio. Quindi non si può ignorare questo, con o senza operazioni militari. E non si risolverà la questione in modo definitivo militarmente".

Venerdì Trump dallo Studio Ovale aveva escluso che Teheran voglia riprendere il programma

nucleare ("l'ultima cosa a cui stanno pensando è l'arricchimento dell'uranio", ha assicurato) e aveva parlato di un imminente incontro con i leader di Teheran; "Gli iraniani vogliono incontrarmi e lo faremo velocemente".

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