F uoco alle polveri. Come al solito e come sempre. Quando si tratta di affrontare un'emergenza, di risolvere un guaio, di far fronte comune per venir fuori da un guado «noi» (nel senso di noi italiani) siamo bravissimi a sollevare delle gazzarre che a nulla servono se non a complicare le cose. Si prenda lo smog, le polveri sottili che da 32 giorni consecutivi e 97 dall'inizio dell'anno stanno ammorbando Milano e la Pianura Padana e che non c'è verso di spazzare via tant'è che il sindaco Giuliano Pisapia da oggi a mercoledì è stato costretto addirittura a bloccare il traffico. L'inquinamento è un problema serio che non riguarda solo Milano. E andrebbe affrontato con una strategia comune. Come avviene in altri Paesi quando c'è un allarme. Da noi lo smog invece è già diventato una psicosi e un «caso nazionale». Ovviamente politico.Così, mentre il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio annuncia che nella legge di stabilità 2016 ci sono diverse misure di politiche di sostenibilità e quello dell'Ambiente Gian Luca Galletti convoca per mercoledì al ministero una riunione di coordinamento degli interventi possibili a cui sono stati invitati i presidenti di Regione e i sindaci dei grandi centri urbani e il anche il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio, Beppe Grillo sul suo blog a scatena la bagarre: «A Milano dopo che Pisapippa ha distrutto 573 alberi secolari che davano ossigeno - scrive il leader dei Cinque Stelle - per tre giorni la circolazione delle auto sarà vietata e presto sarà vietata la circolazione delle persone, come in Cina. Il 2015 si chiuderà, secondo l'Istat, con 68mila morti in più rispetto al 2014, come ai tempi delle grandi guerre». Ma nel mirino di Grillo non finisce solo il sindaco di Milano: «Avvelenati da una politica industriale dell'800, in mutande a causa della crisi e abbandonati dal governo - sottolinea Grillo - Premier e ministri fanno decreti lampo per salvare le banche. Prima se ne vanno e meglio è».Tutti contro tutti. «Grillo riesce a speculare pure sui morti per smog, dimenticando che il problema è planetario - replica il leader dei Moderati Giacomo Portas, eletto alla Camera nel Pd -. Al comico genovese dico: da quanto tempo non prende un bus?». E Stefano Pedica, sempre del Pd, rincara la dose: «Al peggio non c'è mai fine. La vera sciagura per il Paese è la demagogia di Grillo e dei suoi seguaci...». Così la Pianura Padana diventa il teatro di una battaglia che sa di deja-vu. Matteo Salvini, che già aveva bocciato Pisapia dicendo che lo stop era una «cazzata», su Twitter rilancia: «Aria più pulita? Le auto contribuiscono al massimo al 20% dell'inquinamento, bloccarle non serve a nulla! Fossi sindaco mi occuperei di controllare le caldaie e di comprare autobus che inquinino meno. Il resto è aria fritta, o meglio aria sporca, alla Renzi». Replica il verde Angelo Bonelli: «Sono rammaricato nel dover correggere il leader della Lega ma l'inquinamento del trasporto su gomma secondo i dati del piano dell'aria della Regione Lombardia guidata dal suo stesso collega di partito Maroni contribuisce per quanto riguarda gli Nox del 50% e per il Pm10 per il 30%. Non vi è alcun dubbio che l'inquinamento è prodotto da una serie di concause come trasporto, riscaldamento, aree industriali e centrali di produzione di energia ma è sbagliato dire che i blocchi delle auto sono una cazzata...».
Potrebbe finire qui e invece no, perché come sempre capita quando «noi» (sempre nel senso di noi italiani) dobbiamo fare i conti con un'emergenza arriva anche la minaccia di una denuncia del Codacons: «Se i valori di inquinamento non torneranno entro i valori limite - annuncia il presidente Carlo Rienzi - siamo pronti a denunciare le amministrazioni comunali che sono responsabili della salute pubblica e devono adottare tutte le misure idonee a tutelare i cittadini». E lo smog? Forse l'unica speranza è aspettare che piova...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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