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Sneaker, poster e pizzini. Il covo "normale" del boss

Un ambiente ordinato e pulito, si cercano vani segreti. Per la latitanza 10mila euro al mese

Sneaker, poster e pizzini. Il covo "normale" del boss

Ragusa. È la casa di una persona «normale» quella di via CB 31 in vicolo San Vito a Campobello di Mazara, nella quale viveva l'ex super latitante Matteo Messina Denaro dallo scorso giugno. Una casa che, nella sua normalità, appare meticolosamente ordinata e pulita. E questo potrebbe significare molto agli inquirenti sia per quanto concerne la personalità dell'ultimo stragista del '92 e '93, di cui si sono perse le tracce per ben 30 anni, sia su possibili figure che siano potute entrare in contatto con lui, come potrebbe essere una donna, di cui sarebbe stato isolato il Dna sui vestiti femminili che sono stati trovati proprio in casa, o magari una persona addetta alle pulizie. Dalle immagini dell'ultimo covo diffuse dai carabinieri del Ros si vede un salotto con appese le stampe del Padrino e di Joker. C'è la tv, i libri che leggeva, di filosofia e le biografie di Hitler e di Putin, un piccolo divano con cuscini. Attraverso il corridoio si accede a una stanza adibita a palestra, in cui ci sono numerose scarpe griffate, tra sneakers e stivaletti, e un asse da stiro. Nel corridoio c'è la riproduzione di qualche quadro famoso, sull'attaccapanni nessun giubbotto, ma un orangotango di peluche e un altro peluche di leoncino si trova sul termosifone. Pure il bagno è in ordine.

I carabinieri del Ros anche ieri hanno setacciato l'abitazione col georadar per rinvenire oggetti nascosti o intercapedini e nascondigli e se c'è da abbattere muri lo fanno. È così che è stato trovato il Revolver carico con 5 colpi nel sottofondo di un mobile in cucina. Sono anche stati sequestrati documenti ritenuti importanti. Le indagini si stanno concentrando sui fiancheggiatori. Non solo coloro che hanno permesso al boss dei boss di rendersi invisibile pur stando alla luce del sole, e dunque chi gli garantiva gli spostamenti, le coperture, ma anche chi lo ha finanziato durante la clandestinità.

E, dagli scontrini e dalle ricevute trovati nella casa acquistata coi soldi del padrino da Andrea Bonafede, il suo prestanome ora in carcere per associazione mafiosa, e anche dalle note dettagliate scritte dallo stesso Messina Denaro, il tenore di vita era di circa 10mila euro mensili. Per questo motivo gli inquirenti stanno spulciando vecchie inchieste che riguardano il Trapanese, in particolare il territorio attorno a Castelvetrano. Non solo estorsioni, pizzo, droga, ecc. ma anche scommesse online. Intanto il legale di Luppino, l'autista e uomo di fiducia del padrino, ha presentato istanza di scarcerazione per il suo assistito. Ieri, intervistato dall'AdnKronos, il pentito di mafia Gaspare Mutolo ha detto che l'arresto del boss «è stata una messa in scena e il covo è stato sapientemente ripulito prima dell'arrivo dei carabinieri».

A suo avviso, la cattura del capomafia è stato «il risultato di un accordo».

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