Coronavirus

Soglie critiche in ospedale. Omicron fa il botto a Natale con la metà dei contagiati

La situazione non è uniforme e quindi è vero che alcuni ospedali non stanno vivendo nessuna situazione anomala. Ma in media l'Italia raggiunge il 12% di posti occupati in terapia intensiva superando la soglia critica del 10%

Soglie critiche in ospedale. Omicron fa il botto a Natale con la metà dei contagiati

La situazione non è uniforme e quindi è vero che alcuni ospedali non stanno vivendo nessuna situazione anomala. Ma in media l'Italia raggiunge il 12% di posti occupati in terapia intensiva superando la soglia critica del 10%. L'occupazione in area medica raggiunge invece il limite massimo fissato dai parametri al 15% con un aumento dell'1%. È quanto emerge dal monitoraggio dell'Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali Agenas, sulla rilevazione dei dati del 26 dicembre. In particolar modo, sono 9 le regione che superano le soglie critiche: Calabria, Friuli Venezia Giulia, Lazio (14% intensive e 15% area medica), Liguria, Marche, provincia autonoma di Bolzano e Trento, Piemonte e Veneto.

Per di più nel giorno di Natale i casi di Omicron in Italia erano pari a circa il 45% del totale dei circa 55mila positivi: lo indicano i calcoli del fisico Roberto Battiston, dell'Università di Trento. «I dati relativi al giorno di Natale e al giorno precedente, sono al momento i più attendibili per fare queste stime, in attesa che dopo i giorni festivi riprenda la normale attività dei test. In Italia la Omicron si è fatta sentire nel momento particolare delle feste. La sua crescita massiccia era attesa, ma - osserva Battiston - sta avvenendo senza che se ne sappia abbastanza, anche se sono ben visibili i pesanti effetti, come il gran numero di infetti che si aggiungono al contributo della Delta, i tamponi che non si trovano e le code davanti alle farmacie. I numeri dell'epidemia crescono velocemente, ma i dati sul sequenziamento sono scarsi e molto lenti». L'analisi statistica dei dati forniti dalla Protezione Civile permette però di ottenere rapidamente indicazioni sull'andamento dell'epidemia Omicron, sottraendo ai dati registrati l'andamento atteso dei casi di Delta, regolarmente monitorato negli ultimi due mesi. «Dall'andamento regolare della Delta era stato possibile stimare un picco settimanale di circa 30mila casi a Natale, che effettivamente si è verificato. Tolto questo contributo, si ottiene il contributo dovuto all'Omicron, variante che mostra chiaramente la sua presenza, a livello di rapida crescita di Rt e dei dati statistici, già in più del 50% delle 107 province italiane». Qualcosa va fatto per fermare questi numeri. Terza dose e vaccinazioni dei bambini sono una prima mossa costruttiva. E le restrizioni faranno il resto. A breve comincerà quello che si può definire un «lockdown di fatto» per i non vaccinati che a gennaio vivranno nuove limitazioni post super green pass. «Se ci sono delle restrizioni facciamole solo per i No Vax, perché non è giusto che i vaccinati paghino il conto delle scelte dei No Vax» chiede il leader di Iv, Matteo Renzi assieme ad altri politici. Ma rendere ufficiale e obbligatorio il lockdown dei no va secondo il vice della salute Pierpaolo Sileri «non è necessario per ora». «Le restrizioni con il green pass rafforzato già esistono. Il crollo dei contagi registrato in Germania con il lockdown per i non vaccinati riguarda la variante Delta». In Italia però molti invocano la soluzione che in Germania ha consentito di ridurre drasticamente i contagi da 74mila a 10mila in meno di un mese proibendo ai non vaccinati l'ingresso in negozi, cinema, ristoranti, teatri ed eventi culturali.

«Tuttavia la Germania ha dovuto ricorrere al lockdown per i No Vax a causa della crescita esponenziale della variante Delta con la quarta ondata quando noi avevamo già il green pass da mesi».

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