Sogno una fine che sia degna di Thomas Mann

di Giannino della Frattina

Morire in spiaggia lontano dall'ufficio? Ma voi siete pazzi. Anzi lui è pazzo, questo Jack Ma che si dice essere l'uomo più ricco (e insipiente) della Cina mentre lascia la carica di presidente del colosso Alibaba. E, dall'alto del suo patrimonio di 37 miliardi di dollari, vorrebbe convincerci di quanto sia bello schiattare sotto l'ombrellone. Con i bambini che urlano, la musica a palla del chiringuito, gli extracomunitari che spacciano tarocchi (made in China) e la chiattona che urla al telefono col marito che, con la scusa del lavoro, se la spassa in città con l'amante. Più giovane e più topa di lei. Che balzana idea morire in spiaggia, magari tutti sudaticci per l'afa e l'umido del mare, anziché col conforto dell'aria condizionata, gli amati libri sulla scrivania, la tivù col telegiornale e il computer che apre una finestra sul mondo da salutare un attimo prima di dipartire. Ringraziandolo per averci concesso di vivere un'esistenza attiva, dedicata al raggiungimento di traguardi sempre più ambiziosi e non certo ai castelli di sabbia. Muoia pure lui, il signor Alibaba, sul bagnasciuga (o battigia, come preferiscono i puristi). Io voglio accasciarmi (a 125 anni) sulla scrivania, digitando sulla tastiera un filosofo medioevale della Scolastica che anticipi cosa mi aspetta dopo il (tardivo) coccolone.

Magari con una mano sull'Etica protestante e lo spirito del capitalismo di Max Weber o su quel meraviglioso viaggio nel profondo dell'umanità impregnata di protestantesimo laborioso e benedetto da Dio che sono i Buddenbrook di Thomas Mann, per capire quanto la nostra essenza di uomini sia ontologicamente legata al lavoro come destino e non certo all'inutile sabbia di una spiaggia che una folata di vento sposta. Di qua e di là. «Prega, lavora e risparmia», chiudeva la sua lettera al figlio che affrontava la vita il vecchio (e saggio) Buddenbrook.

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