Beirut Con le sue cupole in lega di zinco e titanio, la nuova moschea di piazza Taksim vuole unire lo stile ottomano alla tecnologia del Ventunesimo secolo. Il segno architettonico delle ambizioni di Recep Tayyip Erdogan. Sorge nell'iconico luogo di Istanbul, il centro della Turchia laica, delle grandi manifestazioni e delle proteste di Gezi Park. Adesso il presidente si è preso anche questo pezzo della metropoli sul Bosforo. Migliaia di persone sono accorse alla prima preghiera del venerdì, molte sono rimaste fuori.
La moschea può ospitare fino a quattromila fedeli, sui preziosi tappeti color cuoio tessuti nella provincia occidentale di Manisa. L'esterno è composto di marmi pregiati portati da Bursa e Antalya. Due minareti alti 64 metri svettano sulla piazza. E all'interno sono esposte opere del calligrafo Davut Bekta e del miniaturista Adem Turan. Il mihrab - una nicchia che indica la direzione dove si trova la Kaaba è alto 8,5 metri, 60 lampadari enormi illuminano gli spazi. Per l'inaugurazione, ieri, la struttura e il suo perimetro sono stati bagnati con 25 tonnellate di acqua di rose portate da Isparta, in base a una tradizione risalente all'epoca ottomana per le nuove moschee. Il luogo di culto ospita anche un centro culturale dove si terranno mostre. Un'area di 2.950 metri quadrati sarà aperta alla preghiera mentre lo spazio totale è di circa 16 mila metri quadrati.
Dall'altro lato della piazza si affaccia il nuovo Centro Culturale Atatürk, che ospiterà anche il teatro dell'opera. A ovest invece si trova il Gezi Park, al centro delle rivolte del 2013 poi represse dalla polizia. Le proteste erano contro la costruzione di un centro commerciale al posto del parco, ma si trasformarono in manifestazioni anti-governative. Il bilancio fu di 11 morti e oltre 8.163 feriti. Erdogan sembrava in difficoltà ma alla fine ha avuto la meglio. «Ricordo i tempi in cui i musulmani erano costretti a pregare sui giornali su un piccolo spazio ha rivendicato nel discorso di inaugurazione -. Ora desideriamo che questa nuova moschea sia piena di fedeli e che il suono di adhan, la chiamata alla preghiera, venga ascoltato per sempre». La moschea di Taksim «è già diventata uno dei luoghi simbolo di Istanbul ed è come un saluto rivolto alla moschea di Santa Sofia, che abbiamo riaperto al culto di recente. È un regalo in questo 568esimo anniversario della conquista ottomana di Istanbul», ha sottolineato. Ha pure precisato che «la moschea è uno dei segni della nascita di una Turchia grande e forte che dà speranza ai suoi amici e fratelli».
La moschea è il segno di Erdogan sulla piazza, la realizzazione di un sogno di 30 anni sin da quando era sindaco di Istanbul negli anni Novanta. «La Moschea Taksim occupa ora un posto di rilievo tra i simboli di Istanbul», ha poi aggiunto dopo aver eseguito le preghiere del venerdì sul sito. «A Dio piacendo, rimarrà fino alla fine dei tempi».
Sebbene la Turchia sia un paese a maggioranza musulmana, la costruzione è stata criticata quando è iniziata nel 2017. Alcuni oppositori accusavano Erdogan di cercare di «islamizzare» il paese e di rimpiazzare il fondatore della moderna repubblica laica, Mustafa Kemal Ataturk.
Ma la nuova moschea fa parte del tentativo del leader turco di soddisfare la sua base elettorale conservatrice durante un periodo di crescenti difficoltà economiche. Si fanno però sentire pure gli entusiasti. «Dio benedica coloro che hanno reso possibile tutto questo, ha detto Abuzer Koc, alla preghiera con una bandiera turca sulle spalle.
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