Soldi alla Difesa e cure private: questa è la cultura americana

Soldi alla Difesa e cure private: questa è la cultura americana

Il Canada è molto più grande degli Stati Uniti, è abitato da americani di lingua e origine inglese esattamente come i loro cugini a stelle e strisce, eppure il Canada quanto a potere diplomatico e commerciale vale nel mondo più o meno quanto il Belgio. Si tratta di una scelta strategica tra un sistema sanitario nazionale che non lascia nessuno indietro, oppure quello in cui si spende la stessa quantità di ricchezza «in the Military», nella potenza militare. Non puoi avere entrambe le cose insieme. La Francia ha un ottimo sistema sanitario nazionale e una potenza militare regionale buona per coprire il Nord Africa, ma non può permettersi di contrastare la strategia cinese delle isole artificiali che prolungano di migliaia di miglia i confini delle acque internazionali. L'America invece può e Donald Trump ne discuterà il mese prossimo con il presidente cinese Xi Jinping in visita per due giorni alla Casa Bianca. Per farlo, bisogna disporre di molte flotte in molti mari e negli oceani in cui si gioca la partita che tiene insieme la difesa militare con il commercio estero, con il copyright tecnologico e intellettuale. Ciò che sta accadendo negli Stati Uniti, e cioè la distruzione meticolosa e in alcuni casi spietata del sistema che porta il nome di «Obamacare», fa parte di una reazione genetica di ritorno alle origini. Possiamo dire che Obama puntava a una «canadizzazione» degli Stati Uniti, o a una loro europeizzazione, forzando il Dna originario del pianeta americano. Il comico francese Gad Elmaleh (ebreo e marocchino, un genio noto in Italia soltanto per aver sposato e poi essersi divorziato da Charlotte Casiraghi) nel suo spettacolo che furoreggia a New York si chiede perché mai i francesi abbiano voluto regalare agli americani la Statua della Libertà: «È stato come fare un regalo bambino che ha già tutto. Che cosa possiamo regalare agli americani? Lungo pensamento. Magari la sanità gratuita? No, no, assolutamente no, con gli americani non è il caso», conclude l'umorista. Il pubblico ride ma per noi europei è difficile cogliere l'elemento genetico dell'impennata identitaria americana, la stessa per cui resiste fra mille controversie il principio secondo cui ognuno ha diritto di girare armato per difendere vita e libertà, o quell'altra straordinaria e bizzarria secondo cui fra i principi inalienabili, dopo quello alla vita e alla libertà, viene il diritto a cercare la felicità. Due giorni fa nello stato di Washington è scoppiata sul tema sanitario una bizzarra polemica tra cittadini e quei politici che deprecavano lo smantellamento dell'Obamacare, invitando la gente a spendere in assicurazioni sanitarie e non buttare soldi in telefonini. È esplosa una curiosa rivolta: «Un iPhone è molto più utile di una polizza sanitaria, perché con le sue applicazioni puoi salvarti la vita e il lavoro, un ambulatorio mediocre non serve a niente». Quando fu varato il primo embrione di sanità pubblica, ricordo la frustrazione e la ribellione del ceto medio che è quello più colpito perché i poveri hanno già l'assistenza pubblica del Medicare mentre i borghesi, impiegati e dipendenti, quando perdono il posto di lavoro perdono anche un'assicurazione sanitaria di qualità. Gli americani sono viziati: vogliono avere a che fare con medici di altissimo livello e li vogliono scegliere personalmente: un medico della mutua, burocrate come i nostri, è visto come un fallito probabilmente laureato all'estero. Naturalmente milioni di americani vorrebbero un sistema canadese o europeo, ma sono in minoranza.

E pochissimi sono gli americani, anche di sinistra, disposti a barattare il primato della sicurezza militare planetaria con un sistema di ricette stampate e firmate in serie come il nostro. È un fatto: Trump ha vinto con il ritorno alle origini. Rilancio della potenza militare e chiusura delle Asl alla maniera belga o canadese, o italiana.

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