Coronavirus

La solitudine del premier, bocciato pure dai sondaggi

Dopo gli scivoloni sui primi decreti ora Conte vuole condividere il più possibile le decisioni

La solitudine del premier, bocciato pure dai sondaggi

Il giorno dopo il lockdown, a Palazzo Chigi si studiano i primi effetti della serrata e si guarda a un'Europa che, secondo Giuseppe Conte, non sta reagendo a dovere all'emergenza Coronavirus. Non è un caso, infatti, che a sera sia il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro a puntare il dito contro la presidente della Bce Christine Lagarde. «Siamo alle prese con una pandemia globale, abbiamo messo in campo ogni intervento necessario e la Bce deve fare altrettanto, utilizzando tutti gli strumenti utili per calmierare lo spread», attacca Fraccaro che con tutta evidenza parla di concerto con Giuseppe Conte. A Palazzo Chigi, infatti, non hanno affatto gradito l'approccio scomposto della Lagarde che mentre il differenziale tra Btp e Bund volava a quota 260 ha pensato bene di dire che «non è compito della Bce ridurre gli spread».

Ma l'attenzione del premier è anche sulla grande agitazione del mondo sindacale, con le proteste dei dipendenti delle attività che possono rimanere aperte. Il tema sarà sul tavolo oggi, durante una videoconferenza tra Conte, i sindacati e gli industriali per affrontare il problema dei protocolli di sicurezza dopo il nuovo Dpcm sul coronavirus. Il presidente del Consiglio, infatti, è ben consapevole dei rischi che si porta dietro questa tensione, tanto che fosse stato per lui avrebbe evitato la serrata quasi totale che, inevitabilmente, scatena la rabbia di chi è costretto a restare aperto. Una scelta a cui Conte è arrivato solo dopo che la Regione Lombardia ha messo nero su bianco la sua richiesta di chiudere tutto e che il premier avrebbe voluto posticipare.

Conte, però, ha deciso di fare quanto possibile per condividere il più possibile le prossime decisioni. Un modo per condividere anche le responsabilità, oltre che il tentativo di tenere unito il Paese in un momento tanto delicato. D'altra parte, dopo i primi scivoloni sulla chiusura della scuole e sull'Italia zona rossa che gli sono valse anche le telefonate irritate del Quirinale era il caso di rivedere l'approccio. Anche queste ragioni, insomma, hanno spinto nella direzione di accogliere le richieste dei governatori leghisti di Lombardia e Veneto.

Detto questo, il premier pare intenzionato a gestire in solitaria la crisi dal punto di vista della comunicazione. Lo si è capito chiaramente dal discorso di mercoledì sera alla nazione, un intervento grave come si conviene ai momenti più difficili, e con le bandiere alle spalle a richiamare la solennità del momento. Così Conte ha parlato al Paese e ha di fatto messo la faccia su una scelta senza precedenti, probabilmente la più giusta ma arrivata in maniera piuttosto pasticciata visto che era da almeno 24 ore che i governatori del Nord la invocavano e Palazzo Chigi prendeva invece tempo. Ma Conte, così deciso nel comunicare, pare abbia un approccio ben più prudente quando deve decidere, cercando di mediare tra le diverse esigenze di tutti (tra cui quelle degli industriali inizialmente contrari al blocco totale).

Chissà, sarà forse per questo che nonostante il piglio dell'emergenza nella diretta Facebook di mercoledì sera, il premier non sembra aver convinto tutti.

Anzi, secondo un sondaggio Emg per Agorà il 51% degli italiani (la scorsa settimana era il 10%) pensa che sul fronte Coronavirus il governo si sia mosso male, mentre il 34% (la scorsa settimana era l'84%) crede che abbia lavorato bene.

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