Una solitudine senza reti di protezione

Una solitudine senza reti di protezione

La sorella che, in effetti, l'aveva vista «con un po' di pancia», «un po' gonfia». Il marito che, verso l'alba, dal bagno aveva sentito «un miagolio, ma niente di più»...

È un film dell'orrore. Come si faccia a vivere accanto a una donna, a coricarsi con lei tutte le sere nello stesso letto, senza rendersi conto del fatto che è incinta, è già un mistero fitto. Come si faccia a vivere accanto a una donna, a coricarsi con lei tutte le sere nello stesso letto, senza rendersi conto che la tua donna sarebbe in grado di negare a se stessa e agli altri una gravidanza per nove lunghissimi mesi e poi di gettare il suo neonato dalla finestra di casa, è del tutto incomprensibile. Gli inquirenti hanno detto che la donna è apparsa loro «come anestetizzata», con un atteggiamento freddo, quasi gelido. Dopo aver scaraventato il corpicino dal secondo piano, ha accompagnato la figlia a scuola. E più tardi, quando il neonato è stato ricondotto a lei e i carabinieri le hanno comunicato la morte del piccolo sembra che Valentina abbia risposto: «Ah, era un maschietto».

Due donne in un corpo solo e sembra che quelli che condividevano la vita con lei non ne conoscessero nemmeno una. Quelli a cui tutto «sembrava nella norma». Un marito, una sorella, un'amica... qualcuno. Nessuno che si sia accorto invece. Silenzi come calotte di ferro, silenzi a saldare le fessure che si aprono tra ognuno. Non è un caso, se una delle priorità dei carabinieri sono state subito le mamme: «La prima cosa che dobbiamo fare è trasmettere un messaggio di garanzia e tutela alle madri, dobbiamo lavorare per far conoscere la rete di supporto sanitaria e sociale che esiste». Non è un caso che l'urgenza sia stata questa. Perché si può essere incinte, a 34 anni, in una decorosa casa piena di gente, senza che nessuno sappia cosa ti cresce in pancia e nella mente. Incomprensibile ma possibile, evidentemente. Come tirare fuori da sé un bambino di oltre tre chili, da sola, sul pavimento del bagno.

E scaraventare cinquantadue centimetri di carne, ossa e pianto giù dalla finestra. Decidendo in pochi istanti che quel «qualcosa», qualcuno non lo sarà mai. Incomprensibile ma possibile, evidentemente. Mentre in camera da letto qualcuno sente «un miagolio, ma niente di più»...

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