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La solitudine di Speranza, ministro in ostaggio

Ha salvato il posto ma ha perso la "catena di comando". E il suo partito, Leu, conta zero

La solitudine di Speranza, ministro in ostaggio

Draghi decide e non appare, mentre a lui è rimasta solo la conferenza stampa per illustrare l'ultimo decreto. Il ministro della Salute Roberto Speranza si prende la passerella perché il premier Mario Draghi preferisce marcare visita davanti alle telecamere, eppure è sempre più isolato. Ormai commissariato dai tecnici scelti dal nuovo presidente del Consiglio. Saltata la catena di comando anti-Covid simbolo della gestione del Conte-bis, Speranza è un pesce fuor d'acqua. È stato riconfermato anche per evitare la scissione di Leu, che c'è stata lo stesso, ma Draghi ha licenziato Angelo Borrelli e Domenico Arcuri. Come se non bastasse, ora nei Palazzi c'è chi giura che a Chigi si stiano preparando a decapitare il Cts. Il Comitato tecnico scientifico appoggiato dal ministro in ogni occasione. Pure quando, nel suo stesso ministero, il vice Pierpaolo Sileri si permetteva di avanzare dei dubbi sulle indicazioni che arrivavano dagli scienziati governativi. Ieri durante la conferenza stampa per il nuovo dpcm il titolare della Salute ha di nuovo ringraziato il Cts. Ma Speranza ormai è un generale senza esercito.

Protagonista per caso durante la prima ondata della pandemia. In breve tempo ha assunto il ruolo di portabandiera della linea dura all'interno dell'esecutivo. Vicino a Conte, dalla parte del defenestrato commissario Arcuri, il quale d'altronde ha un passato dalemiano come lui, Speranza fino a qualche mese fa era in rampa di lancio. Qualcosa ha cominciato a scricchiolare nel momento in cui ha dovuto ritirare dagli scaffali il libro dove magnificava la gestione italiana del Covid, uscito proprio in piena seconda ondata. Anche a Lungotevere Ripa, sede del ministero, agli sgoccioli del governo giallorosso in tanti storcevano il naso davanti alla linea dura, perplessi di fronte alle uscite sbilenche del professore Walter Ricciardi, consulente del ministro. Sullo sfondo la competizione a bassa intensità tra Speranza e il vice grillino Sileri, spesso in disaccordo con il rigorismo del ministro. Ora ecco Draghi e il depotenziamento della linea di comando antivirus. Speranza si ritrova in panchina, nonostante sia sulla stessa poltrona di prima.

L'isolamento è anche politico. Il progetto di Leu è naufragato con la spaccatura di Sinistra italiana. Speranza è il segretario del micro-partito bersaniano Articolo uno. Le nubi che si addensano sulla segreteria di Nicola Zingaretti rendono problematico un rientro del ministro in un Pd allo sbando. Nel caso venisse accantonata l'alleanza organica tra la sinistra e il M5s, la solitudine sarà pressoché totale.

A peggiorare il quadro l'arrivo di Conte alla leadership grillina. Infatti Speranza, secondo alcuni beninformati, avrebbe potuto aderire a un partito fondato dall'ex premier, spinto dalla popolarità raggiunta durante la prima ondata del virus. Diverse fonti sul territorio ora non escludono una candidatura alla presidenza della sua regione, la Basilicata, dove si voterà nel 2024. Un anno dopo la fine della legislatura. Il centrosinistra desideroso di riscossa potrebbe scommettere su un nome di peso. Certo, bisognerebbe mettere d'accordo la litigiosa coalizione locale.

Ma Speranza è abituato a sfide ben più difficili.

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