Domenico Di Sanzo
Per diventare un leader basta scrivere tre parole magiche su Google: Buy Twitter followers. Che in italiano diventa «Comprare followers su Twitter». Ma il mercato della popolarità, del consenso o del narcisismo è aperto anche ad altri social network, come Facebook e Instagram. Il tutto al prezzo di una manciata di euro. E nel caso degli staff dei nostri politici, ormai sempre più imbottiti di social media manager e comunicatori ai più alti livelli del potere istituzionale, è lecito sospettare l'utilizzo di soldi pubblici per aumentare il numero dei seguaci, debitamente rendicontato alle voci sulle «spese per la comunicazione». Cifre in continua lievitazione nei bilanci di gruppi parlamentari, ministeri e della presidenza del Consiglio.
Nella folle corsa agli slogan «virali», con la moltiplicazione dei voti che avviene attraverso l'incremento dei fans sui social network, tutto è legittimo. Senza un'adeguata cornice di leggi, quindi, fare la spesa di followers nei tanti supermercati italiani e stranieri che si trovano sul web è un'operazione perfino banale nella sua semplicità. Come ordinare un libro o farsi portare la cena a casa. Cercando le parole chiave sul motore di ricerca, ci troviamo di fronte a decine di siti che offrono la possibilità a chiunque di farsi la sua claque di bot virtuali. Una fase decisiva, quasi irrinunciabile nella costruzione del seguito politico, come spiegava ieri al Giornale l'esperto Matteo Flora.
Secondo i tecnici, infatti, la creazione di una botnet è il primo passo verso la conquista della leadership sui social network. La botnet è un manipolo di account fasulli, robotizzati, che agiscono meccanicamente su impulso di un software. Ma lo fanno come se fossero in tutto e per tutto degli esseri umani. Retwittano, cliccano mi piace, diffondono messaggi. Indispensabili in quanto rappresentano il primo «acceleratore» nella veicolazione dei contenuti, che poi diventano «virali» grazie al passaparola degli utenti associati a persone reali.
Se vogliamo acquistare followers «italiani», dunque più difficili da catalogare come sospetti, appaiono sullo schermo del pc una serie di siti internet, alcuni sponsorizzati. E ci sono anche gli sconti. Per comprare 100 followers sul sito compraseguaci.it basta 1 euro e 99 centesimi, 1 euro in meno rispetto al prezzo originario di 2 euro e 99 centesimi. Si clicca su «ordina», compare una schermata in cui il sito ci chiede i dettagli di fatturazione, ovvero nome, cognome, indirizzo, numero di telefono, email. Poi si può scegliere il metodo di pagamento: carta di credito, PayPal, bitcoins. BCubeagency è un sito con prezzi un po' più alti. Si va da 5 euro e 99 per accaparrarsi 100 followers a 29 euro e 99 per 1000 followers, fino a 349 euro e 99 per 25mila followers. Costi leggermente più esosi se i seguaci devono essere italiani. Per fregiarsi di 10mila fans tocca sborsare 399,99 euro. A prezzi leggermente più bassi si possono comprare retweet e like di Twitter: 129,99 euro per 10mila like, stessa cifra per 10mila retweet. In Italia pullulano i mercati virtuali di seguaci, tutti con un catalogo abbastanza conveniente. Esistono poi una marea di siti stranieri. Su Cheapfollowerselikes.
org si possono comprare 1000 followers di Twitter a 29,99 dollari. Nella parte alta della home page c'è una barra verde in cui si annuncia: «Offerta del giorno! Prendi 20mila followers a soli 99 dollari. Compra ora». Il mercato del consenso è aperto.
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