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Da solo nel faro per il festival del cinema In Svezia il distanziamento sociale è da film

L'unico spettatore sorteggiato passerà una settimana su un'isola a vedere 62 pellicole

Da solo nel faro per il festival del cinema In Svezia il distanziamento sociale è da film

Berlino. Al posto del tappeto rosso, uno scoglio nero battuto dal vento. E al posto di un'affollata sala con megaschermo e impianto Dolby, un semplice salottino con un display per uso personale. Benvenuti al Festival del Cinema di Göteborg. La 44esima edizione della prima kermesse cinematografica di Scandinavia cade nel pieno della seconda ondata del coronavirus. Previdenti, gli organizzatori hanno scelto le Distanze Sociali come tema del festival. E poiché la pandemia impone di celebrarlo in forma digitale, quest'anno Göteborg offrirà anche una nuova esperienza: The Isolated Cinema. Per una settimana la rassegna metterà a disposizione di un appassionato di cinema nordico il remoto isolotto di Hamneskär, dove sorge il faro rosso di Pater Noster. Qua, al largo delle coste occidentali svedesi, un cinefilo scandinavo soggiornerà a spese degli organizzatori, visionando, in cambio, 60 pellicole in gara.

Da quando hanno lanciato il concorso a premio unico, a Göteborg sono stati sommersi dalle candidature. Attenzione però, grande come due campi di calcio e non lontana dal circolo polare artico, Hamneskär non offre le mollezze del Lido di Venezia o i lustrini della Croisette a Cannes. Il tema del concorso è il distanziamento sociale, declinazione igienico-sanitaria di solitudine e isolamento, e il cinefilo scelto dal festival non potrà portarsi il telefono né avrà una connessione a internet. «Provvederemo a fare la spesa e a riempire il frigo delle vivande che lo spettatore più gradisce. Per il resto dovrà arrangiarsi. Anche per cucinare».

A spiegare al Giornale la modalità spartana del cinema d'isolamento è Miriam, che gestisce l'ospitalità al faro. Perché Pater Noster è di norma aperto alle visite: pescatori d'altura e amanti della solitudine vi arrivano per mare o in elicottero per soggiornare durante la fresca estate boreale.

Per il cinefilo o la cinefila ospiti di Miriam la prima settimana di febbraio sarà diverso.«Io non parlerò con loro». Gentile ma inflessibile, l'albergatrice sarà meno accogliente del solito. Il suo unico compito sarà bussare una volta al giorno alla porta dell'ospite per consegnare un iPad. «Ma solo per un'ora». L'uso non è consentito per comunicare ma solo per scrivere le impressioni sulle anteprime visionate. Alla fine dei 60 minuti, il tablet sarà restituito alla dama del faro in una cerimonia silenziosa come in un film di Ingmar Bergman. Nel frattempo a Göteborg pochi amanti della settima arte potranno godere di altre esperienze cinematografiche isolate. Allo Scandinavium, il locale palaghiacco con 12mila posti a sedere, uno spettatore potrà visionare una pellicola. Da solo. Anche al Draken Cinema, cuore del festival, la serata di gala avrà un'unica persona per pubblico. Così come sotto al faro di Pater Noster ci sarà un ospite solo.

E, conclude Miriam, «dovrà portarsi le lenzuola da casa».

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