I sondaggi lo confermano nuovamente: il centrodestra unito ha i numeri necessari per governare l'Italia. Sulla base dei dati forniti dalla supermedia YouTrend/Agi i partiti di opposizione continuano a crescere in maniera inarrestabile dopo la netta vittoria alle elezioni Regionali in Umbria. Parallelamente continua il tracollo del Movimento 5 Stelle, che raggiunge il risultato peggiore dal dopo-Europee. Nello specifico il primo partito d'Italia resta la Lega, che si attesta al 33,4% in crescita dello 0,8%. Seguono il Partito democratico, al 18,7% in lieve calo dello 0,4%, e il M5S che crolla drasticamente al 17,5% perdendo l'1,2% rispetto ai sondaggi della scorsa settimana. Prosegue il boom di Fratelli d'Italia che guadagna un punto percentuale e va al 9,2%. Infine ci sono Forza Italia (6,8%, -0,1%), Italia Viva (5,2%, +0,4), La Sinistra 2,1 (stabile), i Verdi (1,8%, +0,1%) e +Europa (1,6%, -0,3%).
Il centrodestra vola
Grazie all'apporto anche di Cambiamo! di Giovanni Toti il centrodestra supera la soglia del 50%. Come vi abbiamo già detto pochi giorni fa, la coalizione formata da Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini avrebbe i numeri per prendere il timone del Paese. I grillini pagano sicuramente il caos sia per quanto riguarda il caso ex Ilva - dopo la notifica inviata da ArcelorMittal ai commissari straordinari - sia la bufera interna che a breve potrebbe diventare una miccia esplosiva.
La maggioranza resta comunque appesa a un filo: all'interno dei pentastellati ci sono altri due senatori pronti a dire addio; in tal caso diventerebbero 8 gli espulsi o i fuggiti. Dopo l'addio di Elena Fattori - passata poi al Gruppo Misto - ora altre due figure sarebbero molto vicine alle dimissioni: si tratta del docente di Diritto civile Ugo Grassi, tentato dalla Lega ma molto probabilmente approderà al Misto, e dell'avvocato ligure Mattia Crucioli.
Sulla base di un confronto tra le politiche del 2018 e il periodo del 7 novembre il centrodestra ne esce rafforzato: è passato dal 37,1%, al 49,5% nelle Europee 2019, al 46,3% in occasione della nascita del Conte bis, per arrivare al 50,6% attuale.
Il Movimento 5 Stelle è quello che viene punito maggiormente: è passato dal 32,7% al 17,5%, ridimensionato dalle Europee (17,1%) ma premiato poi dal matrimonio con il Pd (20,6%). Il centrosinistra ha tratto vantaggi relativi: il 4 marzo ha ottenuto il 22,9%, accusando due colpi il 26 maggio (25,8%) e nella nascita del Conte bis (25,9%) ma ora può godere del 26,2%.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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