Silvio Berlusconi continua a preparare la macchina di Forza Italia in vista delle Amministrative. Il tempo stringe e il presidente del partito sta oliando gli ingranaggi cercando di avere una mappa ben definita di tutti i referenti sul territorio. In questo senso non sono esclusi aggiustamenti nella lista dei coordinatori provinciali da qui alle prossime settimane, perché con le Politiche dietro l'angolo ognuno deve essere pronto al suo posto di comando. Inoltre l'ex premier usa Internet quotidianamente e va molto orgoglioso di questa sua capacità ormai pienamente acquisita che gli consente di non dover dipendere da nessuno e di poter fare autonomamente le verifiche sui flussi elettorali o di studiarsi i profili dei possibili candidati.
Berlusconi - che ieri sera ha partecipato a Erba a una cena al castello di Casiglio - continua anche a seguire con grande attenzione l'evoluzione dei sondaggi. L'ultima rilevazione Ixè per Agorà ad esempio ha portato buone notizie, con Forza Italia al 12,8 che supera la Lega in lieve discesa al 12,6. Percentuali che insieme al 4,4 di Fratelli d'Italia danno il centrodestra unito in testa al 29,8 contro il 28,4 del Pd che ritorna primo partito superando il Movimento 5 Stelle, accreditato di un 28,1. I Cinquestelle avevano superato il Pd il 3 marzo (M5s al 27,1%, Pd al 26,9%), nel pieno delle polemiche su Consip e la scissione Pd. Il calo aveva portato i Dem fino al 26,4% del 24 marzo. La ripresa del Pd arriva con il voto delle primarie: nelle ultime due settimane il partito di Renzi ha recuperato oltre un punto, tornando prima forza politica.
La ripresina del Pd non va sottovalutata perché potrebbe influire sulla voglia di voto di Matteo Renzi. Il segretario del Pd dal giorno dopo la vittoria nelle primarie ha ricominciato a scalpitare e a polemizzare con il governo Gentiloni e talvolta anche con lo stesso Pd, come avvenuto sulla legittima difesa. Un atteggiamento che non è passato inosservato dalle parti di Arcore.
Nel quartier generale berlusconiano viene analizzato uno scenario che prevede il voto anticipato a ottobre attraverso la forzatura da parte del Pd per fare approvare alla Camera la proposta di legge elettorale 50% proporzionale e 50% maggioritaria, il cosiddetto Verdinellum. A quel punto a luglio al Senato il Pd non avrebbe i numeri per poterla approvare e lì si creerebbe il famoso incidente parlamentare che farebbe da scivolo verso il voto. Spetterebbe poi a Sergio Mattarella decidere il da farsi.
L'instabilità renziana, si fa notare in Forza Italia, è facilmente leggibile anche negli stop and go del segretario Pd sulla legge elettorale. Su questo fronte, infatti, raccontano dal partito, il Pd aveva sì avanzato una proposta, ma diversa dal Verdinellum, sottoponendo agli azzurri una soluzione tutta proporzionale con sbarramento al 5, poi sostituita all'ultimo momento.
Sullo sfondo si è aperto ieri a Roma il congresso del Partito liberale italiano sotto lo slogan «Insieme per la libertà». Lo storico partito - guidato dal segretario Giancarlo Morandi, dal presidente Stefano de Luca e con rappresentante in Senato, Cinzia Bonfrisco - sta cercando di chiamare a raccolta tutti coloro che fanno riferimento a quest'area.
L'obiettivo è arrivare all'accordo più naturale, quello con Forza Italia, Con un auspicio: «Migliorare il testo base della legge elettorale per favorire la composizione di coalizioni omogenee necessarie per la chiarezza delle proposte, in un prezioso equilibrio tra rappresentatività e governabilità per il paese».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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