Coronavirus

Sorpresa, la tv senza applausi non è così male

Sorpresa, la tv  senza applausi non è così male

Ma poi l'effetto non è neanche così straniante. Da domenica sera i talk show sono senza pubblico. Per carità, soltanto quelli in onda da Milano, quindi quasi tutti firmati Mediaset (dalle Iene a Mattino 5), pochissimi Rai (soprattutto Domenica Sportiva e Che tempo che fa) e per ora nulla La7. Quelli in onda da Roma sono stati registrati nei giorni scorsi oppure rimangono come prima, ad esempio Non è l'Arena di Massimo Giletti. Ma il talk senza show del pubblico è una novità forse unica al mondo. Senza dubbio è la prima volta che in Occidente accade. In sostanza, non c'è nessuno in studio salvo i conduttori e gli ospiti. Niente applausi, niente calore, vero o finto, degli spettatori che assistono alla puntata. La prima vera modifica dopo tanti anni all'universale format del talk show dipende quindi da un virus così potente da modificare pure ciò che difficilmente cambia, ossia i palinsesti. La decisione è stata presa domenica e Barbara d'Urso è stata la prima ad andare in scena su Canale 5 senza l'inevitabile e corroborante corredo di applausi. È stato come vedere un concerto rock senza pubblico o un derby allo stadio senza gli ultras. Bisogna abituarsi, mica è facile assistere a un gol senza sentire il boato della curva. Dopo tre giorni, ci siamo abituati e anche i dati d'ascolto confermano che, con o senza applausi in studio, i programmi reggono. Ma, lì per lì, è stato uno dei segnali più inquietanti anche per chi al momento, e per fortuna, non è toccato dalla psicosi coronavirus. Per capirci, sentire il monologo senza applausi e risate della Littizzetto a Che tempo che fa (a proposito, bella l'idea di portare Elettra Lamborghini a casa sua) è stato un segnale che, giocoforza, ha contribuito a seminare allarme anche in quelle parti d'Italia che guardano Rai2 ma non hanno i pronto soccorso intasati. Però poi è finita lì. E quasi quasi ora si inizia ad apprezzare il silenzio in studio.

Gli applausi condizionano il telespettatore. Il silenzio lo lascia libero di giudicare, ridere o annoiarsi e siamo sicuri che non sia meglio così?

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