Il 15 novembre 2015, all'indomani degli attacchi terroristici a Parigi, aveva postato su Facebook una foto di lei e del suo primogenito Rafael con i colori della bandiera francese. Meno di due anni dopo è stata uccisa dalla stessa rabbia per noi insensata, con gli stessi mandanti ideologici ma diversi casuali artefici. È morta a New York - sulla pista ciclabile trasformata in pista da bowling, un birillo via l'altro - Ann-Laure Decadt, 31 anni, lontana 6mila chilometri da casa. Una bella ragazza belga di Roeselare, nelle Fiandre, dai capelli biondi e dagli occhi verdi come un lago di montagna, una che corteggiava la morte lanciandosi con il bungee-jumping e ne è stata conquistata su un'innocua bicicletta a noleggio.
È lei la vittima numero otto di Saipov, lei bella come il sole di giugno quando lui, l'uzbeko maledetto, è brutto come un pozzo pieno di sterco, con la sua barba da odiatore senza speranza. Lei che in Belgio aveva lasciato i due figli di tre anni e di tre mesi ed era a New York con la madre e le due sorelle per qualche giorno di riposo. Erano arrivate lo scorso fine settimana e avrebbero dovuto restare fino a domani, venerdì. Martedì pomeriggio le quattro donne avevano deciso di girare per Manhattan in bicicletta ed erano finite su quella pista ciclabile di Tribeca, perché il destino aveva le ruote sgonfie e accidenti a quell'idea, a quel viaggio e a quella passione che i belgi da sempre hanno per la bicicletta. Ann-Laure è stata colpita e uccisa, la mamma e le sorelle sono rimaste illese perché qualcuno aveva deciso come sistemare i birilli, quale sarebbe caduto e quale rimasto in piedi.
La morte di Ann-Laure ha commosso il Belgio, un Paese che ha già più volte pagato il tributo all'Isis e ai suoi soldati senza divisa. La notizia è stata confermata da Didier Reynders, vicepremier e ministro degli esteri di Bruxelles, e poi da Francesco Vanderjeugd, il sindaco di Staden, il paese in cui Ann-Laure viveva: «È uno shock per la nostra cittadina, una piccola comunità di 11mila persone». Undicimila differenti silenzi.
I parenti di Ann-Laure non andranno a New York ma attenderanno il rimpatrio della salma della giovane. Un passo avanti a tutti gli altri ci sarà il giovane marito, Alexander Naessens, che per descrivere la sua perdita usa gli aggettivi «insopportabile e inimmaginabile» ma potrebbe utilizzarne centinaia di altri, perché nessuna parola può con precisione descrivere una cosa come questa. I due si erano sposati nel marzo 2013, sulla pagina Facebook della ragazza c'è una foto di quel giorno, di un tenero bacio nei vestiti della festa davanti a una siepe dai colori autunnali, anche se era primavera.
Un sogno diventato incubo quando martedì sera il telefono di Alexander ha squillato e dall'altra parte c'era qualcuno che aveva una notizia brutta dal Lower Manhattan Hospital e anche il resto di quella fotografia improvvisamente è diventato del colore delle foglie morte.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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